Papa Francesco: “facciamo mai l’esame di coscienza per vedere se siamo molesti agli altri?”
Le parole di Papa Francesco durante la catechesi dell’ultima udienza prima della chiusura del Giubileo.
“Facciamo mai l’esame di coscienza per vedere se anche noi, a volte, possiamo risultare molesti agli altri?”. Lo ha chiesto il Papa, durante la catechesi dell’ultima udienza prima della chiusura del Giubileo, a cui hanno partecipato circa 22mila persone. “È facile puntare il dito contro i difetti e le mancanze altrui, ma dovremmo imparare a metterci nei panni degli altri”, ha ammonito Francesco a proposito di “un’opera di misericordia che tutti conosciamo molto bene, ma che forse non mettiamo in pratica come dovremmo: sopportare pazientemente le persone moleste”.
“Siamo tutti molto bravi nell’identificare una presenza che può dare fastidio”, l’analisi del Papa: “Succede quando incontriamo qualcuno per la strada, o quando riceviamo una telefonata… Subito pensiamo: ‘Per quanto tempo dovrò sentire le lamentele, le chiacchiere, le richieste o le vanterie di questa persona?’. Succede anche, a volte, che le persone fastidiose sono quelle più vicine a noi: tra i parenti c’è sempre qualcuno; sul posto di lavoro non mancano; e neppure nel tempo libero ne siamo esenti”. “Che cosa dobbiamo fare con le persone moleste?”, si è chiesto Francesco, ricordando a braccio che “anche noi tante volte siamo molesti agli altri”. “Nella Bibbia – la risposta – vediamo che Dio stesso deve usare misericordia per sopportare le lamentele del suo popolo”. Nel libro dell’Esodo, ad esempio, “il popolo risulta davvero insopportabile: prima piange perché è schiavo in Egitto, e Dio lo libera; poi, nel deserto, si lamenta perché non c’è da mangiare, e Dio manda le quaglie e la manna, ma nonostante questo le lamentele non cessano. Mosè faceva da mediatore tra Dio e il popolo, e anche lui qualche volta sarà risultato molesto per il Signore. Ma Dio ha avuto pazienza e così ha insegnato a Mosè e al popolo anche questa dimensione essenziale della fede”.
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