Profugo si reca in ospedale per trovare un sacerdote, perde il taccuino e un italiano lo ritrova restituendolo
È successo a Vittorio Veneto.
Nel numero del 7 gennaio dell'Azione Claudia Ciot ha scritto una riflessione sul messaggio di papa Francesco per la Giornata della Pace che ha per tema: “Migranti e rifugiati, uomini e donne in cerca di pace”. Nell'articolo viene riportato un bell'episodio. Eccolo con il commento di Ciot.
Era una notiziola comparsa sulla stampa locale. Un profugo trova e prontamente consegna alle autorità competenti il portafoglio di un cittadino vittoriese. Poco tempo dopo un prete viene ricoverato in ospedale. Egli ospita un profugo che ha ottenuto il permesso di “protezione sussidiaria”. La prima mattina libera dai turni di lavoro costui inforca la bici e raggiunge l’ospedale di Conegliano. Inesperto, arriva durante il “giro medici” e non lo fanno entrare. Ripercorre i dodici chilometri del ritorno, ma nel primo pomeriggio è di nuovo in sella alla bici diretto all’ospedale. Rientrato a casa si accorge di aver perso il portafoglio, si dispera, cerca consiglio, sporge denuncia ai Carabinieri. Per non lasciare nulla di intentato, ripercorre in bicicletta il tragitto, nella speranza, vana, di ritrovare quanto aveva perso. Il giorno successivo, vigilia di Natale, nell’abitazione del prete e del migrante, si presentano i Carabinieri: portano la notizia del ritrovamento, il portafoglio con tutto il suo contenuto di documenti e soldi, il nome della persona che lo ha trovato e consegnato: è un italiano.Ascolto il racconto e penso che è questo il mondo che vorrei: fatto di persone oneste che sentono di essere legate le une alle altre per il fatto di condividere la medesima umanità.
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