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SOCIALE. il Veneto rilancia con 6 milioni il Reddito d’inclusione attiva

Numerose le novità introdotte per una maggiore efficacia, dopo cinque anni di sperimentazione

SOCIALE. il Veneto rilancia con 6 milioni il Reddito d’inclusione attiva

La Regione Veneto intensifica ulteriormente il suo impegno economico e progettuale per l’inclusione e il reinserimento sociale e lavorativo, per il sostegno all’abitare e la povertà educativa delle fasce socialmente deboli. Il tutto all’interno di un progetto personalizzato di presa in carico.

Lo prevede una delibera, approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità e Sociale Manuela Lanzarin, che stanzia sei milioni di euro (la cifra più elevata di sempre) per proseguire ed estendere a tutti i Comuni veneti i programmi d’intervento RIA (Reddito di Inclusione Attiva), SoA (Sostegno all’Abitare) e PE (Povertà Educativa).

“È un provvedimento – ha spiegato la Lanzarin – che costituisce la ricetta veneta in alternativa al reddito di cittadinanza. Non si tratta infatti di una forma di assistenzialismo, ma di sostegno alla persona e alla famiglia a tutto tondo, fortemente incardinata sui Comuni (per tramite degli ambiti sociali) e sui servizi a rete del territorio”.

“Siamo al sesto anno di sperimentazione – ricorda la Lanzarin – e l’esperienza passata ci ha permesso di affinare ulteriormente tutta l’iniziativa”.

Ecco le principali novità:

1) il RIA si estende a tutto il territorio regionale.

2) si supera il coordinamento da parte dei Comuni capoluogo e si incardina sugli ambiti, come da Piano povertà.

3) resta e si rafforza la flessibilità, tant'è che permette di raggiungere prima di tutto i soggetti esclusi dal Reddito di cittadinanza e per i soggetti che lo ricevono, ma in quota inferiore, e che hanno necessità di integrazione ed accompagnamento.

4) permane una quota finanziaria per la povertà educativa e per il sostegno all'abitare (che si integra con la misura dell'edilizia abitativa, per i sostegno agli affitti).

5) il RIA s'inserirà in un contesto che vedrà attivarsi molteplici attori, dai Comuni, agli enti del Terzo settore, del mondo del lavoro, CSV, alle parrocchie.  Dovrà essere proposto un piano operativo.

6) È prevista la ricerca di partner per cofinanziare il progetto.

 

I beneficiari del RIA dovranno trovarsi in almeno una delle seguenti condizioni:

 

-     Invalidi civili;

-     Persone con patologie certificate da servizi pubblici che richiedono lunghi percorsi riabilitativi o di recupero;

-     Persone con disabilità psico-fisica ai sensi della L. n. 68/99;

-     Minori in situazioni di disagio sociale;

-     Giovani N.E.E.T.;

-     Donne vittime di violenza domestica/familiare;

-     I genitori/coniugi separati che escono dal nucleo familiare

-     Famiglie con un numero di figli minorenni superiori a 4.

-     Nuclei famigliari che beneficiano della misura ReI/RdC, quando non possibile intervenire direttamente con i fondi resi disponibili dal PON inclusione, dalla quota servizi del fondo povertà o altre misure correlate;

 

Inoltre per il RIA - Sostegno:

-     gli anziani oltre i 65 anni di età che versano in situazioni critiche o di indigenza (questo rappresenta una novità importante) evidenziati e in carico agli  uffici sociali del comune.

-     Nuclei famigliari in condizioni di emarginazione e vulnerabilità per motivi diversi da quelli sopra indicati

 

Per quanto riguarda l'abitare, non si tratta di mero aiuto a pagare il canone, come per il fondo affitti.

In questo caso, si darà priorità ad alcune categorie, come:

-       Persone disoccupate o in condizione di non occupazione ai sensi del D.lgs. n. 150/2015 sole o con carichi di famiglia;

-       Nuclei mono-genitoriali;

-       Donne vittime di violenza domestica/familiare che devono rientrare nel mondo del lavoro;

-       Persone vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale o lavorativo in uscita dai percorsi di protezione/accoglienza;

-       Giovani neo maggiorenni che escono da accoglienze per minori (affido o comunità);

L'aiuto economico sarà previsto in casi di morosità, in caso di alloggio in proprietà gravato da mutuo, pagamento spese condominiali, sostegno per pagamento deposito cauzionale o anticipo di mensilità per nuove locazioni. Il contributo massimo può arrivare a 2.500 euro.

 

Per il contrasto alla povertà educativa nella fascia d'età 3-11 anni.

In questo caso i genitori dovranno aderire al RIA ed i bambini avranno la possibilità di accedere ai servizi pubblici come già previsto lo scorso anno, ma con un aumento del finanziamento.

Fonte: Comunicato stampa
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