Silvia, la scelta della pastorale

A pochi giorni dalla Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni e a meno di un mese dalla consacrazione di Chiara Collot nell’Ordo virginum, la nostra diocesi si ritrova per condividere il cammino di una giovane ventinovenne verso la consacrazione al Signore. Venerdì 24 maggio alla messa delle 18.30 nel duomo di Pieve di Soligo, presieduta dal vescovo Corrado, Silvia Bortolini fa il rito di ingresso nella comunità formativa nelle Cooperatrici pastorali diocesane di Treviso. Pievigina, figlia unica, papà originario di Miane e mamma del Feletto, residenti a Pieve dal tempo del matrimonio, nipote dei coniugi De Martin che a Santa Maria hanno creato l’originale laboratorio del Clan Verdurin, Silvia è laureata in economia e management, anche con studi negli Stati Uniti, e in teologia alla Facoltà teologica di Padova. È sui banchi della Facoltà patavina che ha conosciuto le Cooperatrici, rimanendo affascinata dal carisma di questa forma di vita consacrata che nella diocesi di Treviso esiste ormai da 26 anni e conta 28 consacrate e sei giovani dai 22 ai 29 anni in formazione. Si tratta di donne che fanno promessa di povertà, castità e obbedienza al vescovo, mettendosi a servizio della Chiesa diocesana nella pastorale a tempo pieno. Il vescovo invia ciascuna Cooperatrice in una unità pastorale e individua anche uno o più àmbiti in cui operare a livello diocesano: può essere un ufficio diocesano, può essere l’insegnamento a scuola o l’assistenza spirituale in una struttura per anziani o per persone con disabilità, e molto altro. Le Cooperatrici vivono in fraternità di due o tre sorelle. Attualmente a Treviso sono 28 in dodici comunità (undici in diocesi di Treviso e una in Paraguay, nella missione fidei donum della diocesi stessa). Al loro sostentamento provvede la diocesi, con una gestione comune del denaro, come avveniva nelle prime comunità cristiane.
«È un carisma che è nato dopo il Concilio Vaticano II e si è sviluppato in alcune diocesi del Nord Italia (Milano, Padova, Vicenza) – racconta Silvia –. Il nostro specifico è il dono della vita al Signore per il servizio pastorale nella Chiesa diocesana, in stretta collaborazione con i sacerdoti. A Treviso l’esperienza è partita una trentina di anni fa quando un gruppetto di donne, accompagnate da alcuni sacerdoti, hanno iniziato a interrogarsi sulla possibilità di spendere la propria vita nella missione della Chiesa diocesana», portando lo specifico, la genialità, come amava sottolineare san Giovanni Paolo II, delle donne, ma portando anche competenza grazie agli studi di teologia.
Silvia dopo un tempo di formazione e discernimento, accompagnato anche dal vescovo Corrado, vive venerdì 24 il primo momento ufficiale e pubblico con il quale Silvia esprime il desiderio e proposito, accolto dalla Chiesa vittoriese, di continuare il suo percorso formativo con le Cooperatrici. Ora sta continuando gli studi alla Facoltà teologica di Bologna per una specializzazione in Teologia dell’evangelizzazione «per avere maggiori strumenti per leggere il mondo che ci circonda così da portare un annuncio evangelico più efficace». Durante la settimana vive nella comunità formativa di S. Bona (Treviso), mentre nel fine settimana, dopo qualche mese a Maser, è stata inviata nella fraternità di Rovarè (Comune di San Biagio di Callalta), con il servizio pastorale nella parrocchia di Oderzo, per mantenere il suo riferimento alla Chiesa di Vittorio Veneto. «Questo è quanto hanno definito i vescovi di Treviso e Vittorio – sottolinea Silvia –. Io sono molto contenta della soluzione individuata perché da un lato mi sento “a casa mia” tra le Cooperatrici, dall’altro il legame alla diocesi di Vittorio Veneto è molto forte ed è in essa che desidero spendermi». FC