TREVISO: nel 2020 la provincia perde quasi 500 imprese
Preoccupato il presidente della Camera di Commercio
In calo rispetto al 2019 le sedi d’impresa nelle province di Treviso e Belluno: -483 a Treviso e -194 a Belluno. In sofferenza anche la componente artigiana (-207 a Treviso e -67 a Belluno). Non ancora del tutto evidenti gli effetti-Covid che forse riusciremo a cogliere quando saranno disponibili i dati del primo trimestre 2021. “Non c’è tempo da perdere – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno, Mario Pozza, pensando alle incomprensibili vicende della politica romana - nell’ultima parte dell’anno abbiamo registrato un’intensificazione delle chiusure d’imprese, in particolare aziende artigiane operanti nella manifattura e nei servizi”.
“Dopo la calma apparente dell’estate – continua il Presidente - fra settembre e dicembre le nostre province hanno perso nel complesso -328 sedi d’impresa, contro le -281 nello stesso periodo dello scorso anno.
Incominciano a concretizzarsi, purtroppo, gli effetti-Covid sull’economia: tra calo della domanda e misure di prevenzione dei contagi, una prima componente più fragile d’imprese decide con tutta evidenza di dare forfait. Ma siamo convinti – sostiene Pozza – che si tratti solo di una prima onda d’urto. Vedendo alcuni settori ancora non toccati dal segno negativo, come l’alloggio e ristorazione, è facile ipotizzare che il grosso delle chiusure le potremo contabilizzare sul piano statistico solo nel corso dei prossimi mesi”.
“Paradossalmente – precisa il Presidente - lo stesso commercio al dettaglio perde più imprese nella prima parte dell’anno piuttosto che durante la pandemia. Da ciò i nostri timori di un effetto ritardato nelle chiusure”.
“Ma già così emerge un bilancio annuo preoccupante – dice Pozza: infatti, fra chiusure registrate nella prima parte dell’anno, quando ancora si accusavano gli effetti della debole congiuntura del 2019, e chiusure ora indotte da Covid, la provincia di Treviso perde quasi 500 imprese, di cui 207 artigiane, mentre la provincia di Belluno ne perde quasi 200, di cui 67 artigiane”.
“Consegno questi numeri alla politica – conclude accorato Pozza – affinché la smetta di perdere tempo e capisca quanto necessaria sia una strategia, una visione, un cronoprogramma per sconfiggere crisi economica e pandemia. Abbiamo ottenuto ascolto, una volta tanto, da Bruxelles. Non dobbiamo dissipare la credibilità ottenuta. Con il Recovery Fund possiamo rafforzare le filiere produttive, che sono la parte più dinamica e resiliente della nostra economia, e al tempo stesso investire nelle infrastrutture a vantaggio della competitività di sistema, nell’istruzione, nella sanità, per ridurre i divari territoriali”.
“Possiamo mobilitare le migliori energie del nostro Paese. Ma dobbiamo fare in fretta: - è l’appello del Presidente Pozza - dietro questi numeri ricordiamoci che ci sono imprenditori, le loro famiglie, i loro dipendenti. La smetta, la politica, di far la conta delle poltrone per sopravvivere. Si apra piuttosto in ogni regione un veloce confronto per come spendere al meglio le risorse del Recovery Fund, sui problemi reali del Paese. Si sfrutti anche il sistema camerale, se serve, per questo confronto, vista la nostra vicinanza alle imprese e alle associazioni di rappresentanza. Noi siamo pronti. Ma facciamo presto. Il tempo è quasi scaduto.”
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