TREVISO: oltre metà delle 17.690 assunzioni programmate dalle imprese in giugno-agosto sono “introvabili”
Nei primi cinque mesi dell’anno 3.500 posizioni lavorative in più a Treviso
Digitalizzazione, coinvolgimento (engagement) delle persone, opportunità di formazione, lavoro agile, percorsi di carriera. Ma anche l’accresciuta mobilità nel mercato del lavoro per un’opportunità di miglioramento. L’impatto di queste tendenze e aspettative che si sono manifestate durante e dopo i due anni di pandemia è enorme. Rappresentano le sfide del futuro per il mondo del lavoro, in un contesto in veloce e profonda trasformazione. La capacità di attrarre e fidelizzare i migliori talenti disponibili, anche attraverso una diversa narrazione di sé, è dunque uno degli obiettivi strategici per molte aziende. In un mercato del lavoro che, nonostante il contesto economico carico di tensioni, continua a registrare a Treviso un andamento positivo, con un saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro nei primi cinque mesi del 2022 pari a +3.500 posizioni lavorative. Ma che conferma anche il disallineamento fra domanda e offerta: sono 17.690 le assunzioni programmate dalle imprese trevigiane nel trimestre giugno-agosto (127.250 in Veneto), destinate per oltre un terzo a under 29. Cresce però la difficoltà di reperimento, che raggiunge il 50,6% (9,5 punti in più rispetto a giugno 2021), con picchi per conduttori mezzi di trasporto (74,2%), operai specializzati meccanici, meccatronici (65,1%) e nell’edilizia (64,4%), tecnici informatici (61,6%), specialisti in scienze informatiche (58,3%), causa mancanza di candidati o competenze inadeguate (Unioncamere-Anpal, Excelsior).
«Nonostante il quadro di incertezza, la domanda di lavoro nel nostro territorio è ancora tonica ma soffre il mismatch tra domanda e offerta - dichiara Omer Vilnai, Delegato Assindustria Venetocentro di Cittadella -. Imprese che cercano collaboratori, ma non li trovano. Giovani che non riescono a inserirsi o non considerano determinate occupazioni. Il risultato è un paradosso che frena l’operatività di settori molto dinamici e la valorizzazione di giovani qualificati. E che richiede di lavorare insieme, imprese, scuola e istituzioni, a migliorare l’orientamento e gli strumenti per avvicinare la domanda e l’offerta di profili e competenze».
(comunicato stampa)
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento