VENETO: Covid ed economia, tavoli moda e calzaturiero
A convocarli l'assessore Donazzan
L’assessore al Lavoro della Regione del Veneto, Elena Donazzan, annuncia la convocazione dei tavoli “moda” e “calzaturiero” per affrontare in maniera ancor più incisiva la crisi in corso e le ricadute occupazionali. Una decisione presa dopo aver ricevuto questa mattina una lettera a firma del Presidente regionale di CNA, Matteo Ribon, che è anche coordinatore del Tavolo della Moda.
“Nella lettera – spiega Donazzan - si sottolinea la portata del comparto moda, uno fra i settori manifatturieri tra i più significativi per storia e competenze, che in Veneto conta 9.500 unità produttive pari al 17,6% del totale manifatturiero regionale e 7.626 unità della distribuzione. È certamente uno dei settori produttivi che stanno soffrendo tra le peggiori conseguenze della pandemia, della ridotta circolazione delle merci e delle persone, delle chiusure commerciali in Italia e all’estero. Stiamo parlandi di un comparto che da solo, in Veneto, fattura 18 miliardi di euro ossia il 18% del fatturato nazionale, assorbe quasi 100 mila addetti ed esporta per un valore di oltre 9 miliardi di euro”.
“La nota chiede l’apertura di un confronto mirato ed immediato con il comparto e anche specificatamente con il Distretto del Calzaturiero che negli ultimi anni aveva visto una crescita di occupati, oltre ad una trasformazione delle aziende con molta presenza di capitali stranieri – sottolinea l’Assessore -. Richiama, inoltre, al ruolo del Tavolo Veneto della Moda, che già sta ben operando tra categorie, associazioni e istituzioni in percorsi sinergici. Solo il distretto della calzatura si compone di una filiera di più di 500 imprese, che occupano almeno 10.000 persone e produce un fatturato di oltre 2 miliardi di euro equivalente al 62,5% del fatturato del sistema veneto e il 20,8% di quello nazionale”.
“Condivido pienamente la richiesta della convocazione dei tavoli di moda e calzaturiero – conclude l’assessore al Lavoro -. Il mondo di questo artigianato, che rischia il contraccolpo più grave insieme al commercio, è rappresentato da circa 300 aziende terziste con migliaia di dipendenti, concentrate in gran parte nel perimetro della occupazione della Riviera del Brenta. Una perla del lavoro veneto che è uno dei fulcri su cui poggia il Made in Italy apprezzato nel mondo”.
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