VENETO: a settembre persi 5.900 posti di lavoro dipendente
Diminuiscono le assunzioni e le trasformazioni a tempo indeterminato
“I dati sull’occupazione in Veneto registrati a settembre da un lato riflettono lo scenario di incertezza sul piano nazionale ed internazionale, dall’altro confermano le preoccupazioni degli ultimi mesi rispetto ai segnali di rallentamento economico rispecchiati chiaramente sull’occupazione. Pur rilevando che il saldo in Veneto resta positivo considerando i primi nove mesi dell’anno, con +75.000 posti di lavoro, il rallentamento del settore manifatturiero e industriale non è elemento di poco conto nel nostro quadro complessivo”.
Lo afferma Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro, che così commenta i dati sull’andamento dell’occupazione in Veneto nel mese di settembre pubblicati su La Bussola di Veneto Lavoro.
Il report mensile indica che a settembre il saldo occupazionale nella nostra regione registra una perdita di 5.900 posti di lavoro dipendente, dato peggiore rispetto ad un anno fa (nel 2022 -4.900) e al 2019 (-2.500), Diminuiscono le assunzioni -0,8% e le trasformazioni a tempo indeterminato (-6%).
“Sappiamo che settembre è il mese in cui si concludono i contratti stagionali e quelli a termine – commenta ancora Donazzan -, è pur vero che la stagionalità si è prolungata grazie al meteo favorevole e settori trainanti del turismo e dell’agricoltura stanno beneficiando di questi elementi”.
Continua infatti il momento positivo del settore primario, (+17.900 posizioni di lavoro dipendente da inizio anno) mentre nel comparto industriale si registrano 12.300 posizioni in più rispetto alle +18.600 registrate a settembre 2022. Pesante il rallentamento nel metalmeccanico, nelle industrie della chimica-plastica e in alcuni comparti del made in Italy (industria conciaria, calzature e legno-mobilio) mentre regge l’industria alimentare (+2.700). Saldo ampiamente positivo nel terziario (+44.800) con il rafforzamento delle assunzioni (+2,5%) e l’andamento del settore turistico e del commercio. Segnali di flessione, invece, per logistica, servizi informatici e attività di pulizia.
Per quanto concerne il quadro nelle province, il bilancio dei primi nove mesi del 2023 è positivo ovunque tranne a Belluno (-700 posizioni di lavoro in meno). Verona e Venezia continuano a primeggiare per incremento occupazionale e rafforzamento della domanda di lavoro (rispettivamente +1,5% e +5,5% rispetto al 2022), mentre Treviso (+7.100), Padova (+6.800) e Rovigo (+3.200) si attestano su valori inferiori rispetto al 2022, seppure sempre in terreno positivo.
Il mese di settembre è invece condizionato dalla conclusione della stagione estiva e dalle relative cessazioni contrattuali, che spingono verso il basso i bilanci occupazionali di Venezia (-15.600 posizioni lavorative) e Belluno (-2.500).
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento