VENETO: terziario, tutti gli indicatori in rialzo
Report dell’Osservatorio Congiunturale Confcommercio e Banca Prealpi
L’Unione provinciale Confcommercio e Banca Prealpi SanBiagio, in collaborazione con Format Research, hanno presentano il terzo Report del 2024 dell’Osservatorio Congiunturale. La rilevazione, effettuata su un campione di 800 imprese, prende in considerazione il secondo trimestre 2024 (aprile-giugno) e le prospettive per il mese di settembre 2024.
La ricerca fornisce un quadro delle principali tendenze congiunturali del trimestre, con un focus particolare sui processi di digitalizzazione e sostenibilità. Esamina gli investimenti effettuati, le inclinazioni degli imprenditori, i risultati raggiunti e le necessità future del settore. L'indagine offre quindi una visione attuale dell'approccio concreto del terziario alle rivoluzioni digitale e green, evidenziando come si tratti di percorsi complessi e articolati che richiedono impegno costante, formazione, informazione, risorse e consulenze adeguate.
I DATI CONGIUNTURALI IN SINTESI
Demografia delle impreseIn totale, a fine giugno 2024, le imprese registrate nella provincia di Treviso ammontano a 62.298 di cui 57.993 attive. Di queste, ben 36.862 appartengono al terziario (15.519 nel commercio, 4.234 nel turismo, 17.109 nei servizi).Rispetto al trimestre precedente il terziario è complessivamente cresciuto di 109 unità ed i saldi tra imprese nuove nate e cessazioni si sono molto ridotti: a marzo il saldo era di - 458, giunto oggi a -30. A soffrire di più sono le imprese del commercio (-50) e del turismo (-40), mentre nei servizi si registra un costante e progressivo saldo in positivo, con un aumento di 60 unità. Il trend del terziario è in crescita e il comparto rappresenta il 64% dell’intera economia della Marca trevigiana.
Indicatori e sentimentTutti gli indicatori, in questo secondo trimestre dell’anno, appaiono in rialzo: il clima di fiducia delle imprese del terziario della provincia di Treviso riguardo all'andamento dell'economia italiana all'inizio del 2024 è stabile a 36, leggermente al di sotto di quello del terziario nazionale (39): l’indicatore è destinato ad aumentare entro la fine del mese di settembre 2024 (37). Le prospettive di fiducia nell'andamento della propria impresa migliorano. Gli indicatori congiunturale e previsionale (52 per tutti e due) sono entrambi superiori alla media nazionale del terziario (rispettivamente a 50 e 49).
Congiuntura economicaPer quanto riguarda l’andamento dei ricavi si registra un netto aumento: l’indicatore congiunturale è pari a 53, in linea con le previsioni di marzo, superiore alla media del settore terziario nazionale (49). Rispetto al trimestre precedente, l'occupazione è rimasta stabile; tuttavia, le imprese della provincia di Treviso prevedono un lieve miglioramento entro il mese di settembre (53), in linea con il dato nazionale. Migliora invece l’andamento dei prezzi dei fornitori alle imprese: l’indicatore previsto per settembre è pari a 31. La capacità delle imprese di soddisfare il proprio fabbisogno finanziario è inoltre migliorata e si prevede un leggero aumento degli indicatori per settembre 2024.
Domanda e offerta di creditoAumentano le imprese del terziario che hanno chiesto credito nel secondo trimestre dell’anno 2024. Il 55% delle imprese del terziario di Treviso ha fatto richiesta di credito per esigenze di liquidità e cassa, il 36% per effettuare investimenti (in aumento rispetto allo scorso trimestre) e il 9% per la ristrutturazione del debito. Complessivamente, rispetto al trimestre precedente, aumenta leggermente la percentuale di imprese che vedono accolta interamente e parzialmente la propria richiesta di credito (61% vs 60%).Un indicatore particolarmente rilevante riguarda invece il miglioramento del giudizio degli imprenditori circa i costi ai quali il credito viene concesso (tassi di interesse), che sale dal 21 al 36, oltre la media nazionale (34). Il giudizio degli imprenditori migliora inoltre sia per quanto riguarda la durata temporale del credito (da 39 a 43, allineato alla media nazionale), sia per quanto concerne le garanzie richieste a copertura dei finanziamenti concessi, salito da 34 a 37 nell’ultimo trimestre.
Focus: Sostenibilità
Circa il 56% delle imprese del terziario definisce “sostenibile” la propria impresa, ovvero ritiene di aver effettuato azioni virtuose volte a diminuire l’impatto ambientale.Negli ultimi due anni (quindi post pandemia), il 28,7% delle imprese ha investito in politiche per la sostenibilità: in particolare i pubblici esercizi, la ricezione turistica e i trasporti. Il 71,3% dichiara di non aver investito negli ultimi due anni in sostenibilità, ciò significa che potrebbe aver investito negli anni ante pandemia. Tra gli investimenti in sostenibilità compaiono al primo posto l’efficientamento energetico (57,5%), l’adozione di prodotti monouso (45%), l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e pulite (33%), l’introduzione di nuovi prodotti e servizi sostenibili (30%), il controllo della sostenibilità dei fornitori locali (26,3%), la formazione specifica del personale (25%). Tra le motivazioni dei mancati investimenti, appaiono significativi i costi elevati (25,1%) e la mancanza di competenze e di risorse (22,1%). Conforta, come prospettiva, il 37,3% delle imprese del terziario che ha manifestato l’intenzione di investire nei prossimi due anni.Negli ultimi due anni, la quota di investimenti in sostenibilità è stata del 12,9% dei ricavi, mentre nei prossimi due anni chi intende investire in sostenibilità ambientale prevede di destinare il 15,8% dei ricavi. La principale motivazione alla base di questi investimenti è la tutela del territorio e il benessere della comunità, che superano la competitività individuale delle imprese e le aspettative dei clienti. Tuttavia, il settore affronta diverse criticità, tra cui un'eccessiva burocrazia per ottenere finanziamenti (35,4%), un quadro normativo complesso (28,3%) e la mancanza di budget o finanziamenti (27,6%). Le imprese “sostenibili” evidenziano per il 67,5% di aver valorizzato adeguatamente i propri investimenti attraverso strumenti di comunicazione efficaci, in particolare utilizzando i canali social.
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