Desideri, diritti e doveri: un complicato equilibrio
Il primo piano de L'Azione di questa settimana è dedicato alla Settimana Sociale.
“Ogni desiderio un diritto?”. È quanto mai attuale il tema della tredicesima Settimana sociale diocesana, che venerdì 5 febbraio vede la sua ultima serata in seminario a Vittorio Veneto. Viviamo in un tempo in cui la prontezza della rivendicazione dei propri diritti si contrappone alla labilità del senso del dovere individuale. La giusta battaglia per la difesa di alcuni diritti fondamentali si è trascinata fino a comprendere ogni cosa, anche oltre il ragionevole. Un esempio facile facile è il diritto alla privacy. Se la riservatezza è cosa giusta, laddove c’è il rischio di disagi o danni morali, l’eccesso è assurdo: togliere il foglio con la misura della temperatura corporea ai piedi dei letti di ospedale, oscurare i volti dei bambini anche in foto festose o di vita familiare (...) non ha senso, se si considera che il paparazzo di turno o il giornalista senza scrupoli – che i danni li può fare davvero! – riescono comunque ad aggirare la norma. Una pericolosa deriva porta invece a considerare – come recita il titolo – ogni desiderio come un diritto.Voglio qualcosa, ne ho diritto. Voglio un figlio? Ne ho diritto. Voglio praticare uno sport? Ho diritto ad avere un campo sportivo. Voglio passare in questa strada chiusa? Ne ho diritto. Desideri che vorremmo far diventare diritti, senza però considerare che talvolta vanno a cozzare contro i diritti degli altri. O contro le coscienze altrui. E in questi casi allora si tira in ballo la libertà. Il rischio, se passa questa visione, è grave. Se il bambino che vuole un giocattolo ritiene di averne diritto, possiamo anche riderci su. Ma quando crescerà, come la penserà? E poi si potrebbe anche parlare di doveri. Personali, civici, di comunità. Di tutto questo parlano, nell'approfondimento del nuovo numero dell'Azione, Andrea Grillo, Luciano Moia e don Alessio Magoga.
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