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EPIFANIA: l'omelia del vescovo Corrado oggi in Cattedrale

Mons. Pizziolo invita a camminare insieme, senza avere paura degli errori.

EPIFANIA: l'omelia del vescovo Corrado oggi in Cattedrale

Questa mattina il vescovo Corrado ha presieduto la solenne messa dell'Epifania nella Cattedrale di Vittorio Veneto. Di seguito pubblichiamo in forma integrale la sua omelia.

«Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». È stato un segno, un segno in cielo, a mettere in moto la ricerca dei Magi. La festa dell’Epifania, raccontandoci la vicenda dei Magi, dice che, per incontrare Gesù, un segno c’è sempre, per tutti, anche oggi. Spesso si tratta di piccoli segni, sommessi; più spesso ancora si tratta di persone che sono “epifanie” (cioè manifestazioni) di bontà, incarnazioni viventi di Vangelo, che hanno occhi e parole come stelle. L’uomo stesso è una stella: «Percorri l’uomo e troverai Dio» dice sant’Agostino. Perché Dio non è il Dio dei libri, ma della carne in cui è disceso.

Ma come possiamo diventare anche noi scrutatori e lettori dei segni che il Signore ci invia, e non scribi sotto un cielo vuoto? Come possiamo trovare e adorare questo Signore che ci attrae a lui attraverso questi segni? 

«Alza gli occhi intorno e guarda!». Una prima indicazione ce la suggerisce il profeta Isaia. La vita umana è estasi, uscire da sé, alzare lo sguardo e guardare attorno a sé. «Alza gli occhi intorno»: esci dal piccolo perimetro dei tuoi interessi individuali - non sempre negativi, certo, e tuttavia spesso piccoli e talvolta meschini -, capaci, però, di rinchiuderti in te stesso e soffocare ogni respiro di speranza e di attenzione verso tutto ciò che ti sta attorno.

«Alza gli occhi intorno e guarda!»: guarda non solo le cose che non vanno bene, le situazioni negative che ti impauriscono e ti spaventano e ti spingono a richiuderti… Guarda anche i segni di bontà, la bellezza interiore di tante persone, i segni di speranza, pur piccoli, che ci sono attorno a te. Guarda soprattutto a Gesù, alla sua Parola, al suo Vangelo di amore e di speranza, ai doni sacramentali che egli continua a farti. 

E poi, ci dicono i Magi, mettiti in strada e cammina. Per trovare Cristo… per seguirlo, occorre muoversi, cercare, sciogliere le vele, viaggiare con l’intelligenza e con il cuore. Cercare è già un po’ trovare, ma trovare Cristo vuol dire cercarlo ancora: «Andando di inizio in inizio, per inizi sempre nuovi» (Gregorio di Nissa). 

Occorre però andare e cercare insieme, come i Magi: piccola comunità, che ha già vinto la solitudine; piccola comunità, grazie alla quale compiere un dialogo e un discernimento sul cammino da fare e sulla direzione da prendere. Nella ricerca e nella sequela di Gesù, nell’annuncio e nella missione questa dimensione “comunitaria” è essenziale. È il cuore di quel “camminare insieme”, di quella “sinodalità” ecclesiale che il Papa non smette di indicarci e che fa parte del nostro impegno diocesano: “Camminare insieme, ognuno con il suo dono”. 

E, ancora, è necessario mettere in conto anche gli errori. Occorre l’infinita pazienza di ricominciare, e di interrogare di nuovo la Parola e la stella, non come fa uno scriba che già presume di saperne abbastanza, ma come fa un bambino. Come guarda un bambino? Con uno sguardo semplice e fiducioso. Come fanno i bambini piccoli che - quando si trovano davanti a qualcosa di nuovo da fare - alzano istintivamente gli occhi verso il volto della mamma per capire se lei approva o meno ciò che sta per fare. Così dobbiamo fare anche noi nei confronti di Gesù e della sua Parola. 

Infine, adorare e donare. Il dono più prezioso che i Magi possono offrire è il loro stesso viaggio, lungo quasi due anni: il dono più grande è il loro lungo desiderio. Potremmo dire così: Dio desidera che noi abbiamo desiderio di lui. Più precisamente: che continuiamo ad avere desiderio di Lui.

Se non lasciamo spegnere questo desiderio, allora resteremo aperti alla ricerca di lui, continueremo ad alzare gli occhi intorno, saremo in grado di muoverci e di camminare insieme, non ci spaventeremo degli sbagli, ma ci renderemo pronti a adorare e a donare il meglio di noi stessi al Signore e ai fratelli.

+ Corrado, vescovo

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