Giuseppe Toniolo, l'uomo del futuro
A Milano successo per lo spettacolo teatrale, ottimamente riuscito il convegno.
Con i migliori auspici, è cominciato tutto venerdì sera 23 novembre, al Teatro Arca di Milano, con l’abbraccio di stima, affetto e gratitudine del Vescovo Domenico Sorrentino a tutti gli attori e le ballerine dello spettacolo teatrale “Giuseppe Toniolo. La storia è futuro”.
L’abbraccio di un Vescovo
È successo alla fine dell’evento, sul palcoscenico, dove i protagonisti avevano messo in scena una replica molto ben riuscita della proposta sulla vita e il messaggio attuale del Toniolo, realizzata grazie all’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, con il sostegno del Comitato nazionale per il Centenario. Nel suo intervento il Vescovo di Assisi si è dichiarato “commosso” e ha voluto salire apposta dalla platea per salutare ed esprimere la sua personale riconoscenza a ciascuno dei giovani rappresentanti dell’Accademia Da Ponte e dell’Associazione Aliestese di Vittorio Veneto. E ha auspicato pure una benedizione del beato Toniolo per tutti gli interpreti, ottimamente guidati dal regista Silvio Pasqualetto, e insieme la possibilità di rivedere presto in tante altre parti d’Italia lo spettacolo di recitazione e musica, da applausi “per il rigore dei testi, la qualità della performance, lo spirito che ha animato uno spettacolo capace di rendere al meglio nella sintesi teatrale la personalità di Giuseppe Toniolo”. Una proposta nuova e convincente, di sessantacinque minuti, presentata in prima assoluta a Pieve di Soligo nell’aprile scorso anche nell’ambito del Festival Biblico 2018, e che ha raccolto gli unanimi consensi di tutti i presenti in sala all’Arca, arrivati appositamente anche dal Veneto. Tra loro, i rappresentanti del Comitato nazionale, come Maria Grazia Tibaldi, Silvia Correale e Michele D’Avino, e anche il giovane Giuseppe Toniolo, pronipote omonimo dell’ispiratore della narrazione, che nel suo intervento ha dato voce a sentimenti di positiva sorpresa e sincera gratitudine per il lavoro portato in scena dalle due associazioni trevigiane. Non è mancato il saluto iniziale di benvenuto di don Claudio Nora, parroco di S. Maria del Suffragio e già assistente centrale Ac, che con grande sensibilità e generosità ha accolto l’idea di ospitare proprio all’Arca lo spettacolo teatrale tonioliano.
Una giornata speciale. Insieme.
Davvero non poteva esserci un prologo migliore per il convegno internazionale (così è diventato) “Economia e società per il bene comune. La lezione di Giuseppe Toniolo” che si è svolto il giorno successivo sempre a Milano, sabato 24 novembre, nella sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, promosso dal Comitato nazionale per il Centenario presieduto da monsignor Domenico Sorrentino, con l’Azione Cattolica Italiana, la stessa Università Cattolica e le rappresentanze di altri soggetti nazionali e diocesani in prima fila impegnate in un lavoro importante di proposta e di raccordo durato in pratica dodici mesi, per suggellare in un incontro di studio di alto profilo l’anno speciale della morte del grande sociologo ed economista cattolico (1845 – 1918).
Il Toniolo ritrovato, riscoperto, ripreso con tutti i suoi insuperabili meriti. Un docente rivalutato per tutta la straordinaria attualità del suo pensiero e della sua azione di guida del movimento cattolico italiano ed europeo tra fine ‘800 e inizi ‘900. Un cristiano laico esemplare, che esprime pienamente la vocazione alla santità di quanti “cercano il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio”. Non solo questo. Giuseppe Toniolo è stato a più riprese, in vari interventi, con tante sottolineature dei relatori del convegno milanese, indicato come uomo del futuro, per la lungimiranza della sua visione, per la verità e la forza di una testimonianza che arriva sino a noi, nel terzo millennio, e ci supera, va oltre.
Come ha giustamente affermato Stefano Zamagni, infatti, Toniolo è “per il tempo”, non ristretto dentro la prospettiva storica della stagione della sua esistenza.
È vicino, interlocutore e modello del popolo cristiano, in particolare, come detto, degli uomini e delle donne che esprimono concretamente nell’incontro quotidiano di fede e vita l’aspirazione alla “santità della porta accanto”, della “classe media”, lungo le vie ordinarie della famiglia, del lavoro, dell’educazione, dell’animazione sociale e politica della comunità secondo i valori e lo stile del bene comune.
Nel suo complesso, il convegno del 24 novembre è stato un piccolo “miracolo” unitario di incontri, pensieri, ascolto, comunione, tempi precisi e rispettati, durato in pratica dalle 9.30 alle 17 con una sola pausa di sessanta minuti. Non era facile. Non era scontato. Nel tempo dei tweet, delle relazioni virtuali e dei rari approfondimenti d’insieme, è stata vinta la scommessa di una giornata intera di studio ad alto livello nell’Università sorta dal progetto ideale di Giuseppe Toniolo, con venticinque relatori che si sono avvicendati al tavolo principale del grande evento milanese. A partire dai messaggi di saluto del cardinale Pietro Parolin, per papa Francesco, portato dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e del magnifico rettore Franco Anelli, tutto si è svolto all’insegna di un autentico spirito tonioliano di condivisione e cooperazione. La relazione introduttiva del Vescovo Domenico Sorrentino ha indicato la prospettiva e dischiuso gli orizzonti: sono seguite le comunicazioni di noti docenti universitari, cultori, esperti e rappresentanti di istituzioni tonioliane che hanno contribuito a disegnare un mosaico di pensieri e di azioni proiettate al futuro. Tra loro, il presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, Matteo Truffelli. Perché Giuseppe Toniolo è uomo del futuro, hanno detto e ribadito. Tutti insieme. Esempio di santità laicale, profeta della questione sociale, il professore pisano – nato a Treviso e sepolto nel Duomo di Pieve di Soligo (Tv), cittadina dove risiede Francesco Bortolini, il giovane miracolosamente guarito per intercessione del beato Toniolo - è stato innovatore e anticipatore di modelli cristianamente ispirati nei campi dell’economia e del lavoro, della finanza, della democrazia sostanziale, della cultura europea e della pace, del bene comune. Oggi valgono immensamente la sua cultura, le sue domande, la sua libertà, il suo coraggio, la sua originalissima sintesi di “pensiero – azione”. Alle radici di tutto, la sua fede, profonda, vitale e operosa, centro e motore dell’intera sua esistenza.
Il lievito per le “res novae”
Da un’esperienza così bella e significativa di unità e cooperazione nel segno del Toniolo non poteva che nascere l’impegno a tenere ben vivi considerazione, progetti e sinergie sul docente trevigiano e sulla sua capacità di promuovere idee, stili e progetti generativi di futuro per la comunità ecclesiale e civile del nostro Paese.
Lo hanno confermato nelle conclusioni Giuseppina De Simone e il vescovo Claudio Giuliodori. Lo hanno espresso convintamente i partecipanti al convegno, giunti in pratica da tutta Italia, che hanno riempito la grande sala della sede di Largo Gemelli 1. Ecco, proprio loro meritano una citazione di merito. Per la generosità della presenza, l’attenzione viva, l’interesse costante, l’esempio di ascolto, la cordialità delle relazioni personali instaurate. È giusto pensarli come l’espressione del popolo cristiano d’Italia che era presente attraverso di loro all’appuntamento milanese, e che ha accompagnato l’evento con il pensiero, l’incoraggiamento, la preghiera.
Non distratto, ma partecipe, attivo e dinamico in un anno del Centenario caratterizzato peraltro da tanti incontri e celebrazioni in molti luoghi del nostro Paese.
Oggi il Toniolo ritrovato, uomo del futuro, ritorna proprio grazie a loro, all’umiltà, alla forza e alla tenacia di quanti hanno studiato, sperato, pensato e pregato il Toniolo anche negli anni dell’oblio, nel tempo della dimenticanza, nella stagione di un certo, doloroso abbandono. E, più di recente, suscitando cultura e devozione durante il cammino ripreso verso il felice traguardo della beatificazione.
Come i due dipendenti della Melegatti di Verona, che hanno lavorato il “lievito madre” anche nei giorni della fabbrica chiusa, guardando al futuro, sperando nella riapertura dell’azienda dolciaria veronese per donare ancora vita alla tradizione, per innovare una storia antica di competenze originali e straordinaria dedizione. Hanno avuto ragione, la produzione è ripresa, il loro incredibile impegno di indomita speranza e di bene gratuito è stato premiato. Così è stato con Giuseppe Toniolo. Oggi è il tempo favorevole, il futuro è arrivato.
Marco Zabotti
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