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Il vescovo Marcuzzo da Israele: grazie alla mobilitazione lo Stato aumenta i fondi per le scuole cristiane

Dopo un lungo sciopero dal 1° al 27 settembre.

Il vescovo Marcuzzo da Israele: grazie alla mobilitazione lo Stato aumenta i fondi per le scuole cristiane

Quando vivo un avvenimento speciale, lo condivido con la mia Comunità, naturalmente, ma sento il bisogno di farlo anche con voi. Ultimamente ho vissuto in Israele uno di questo momenti molto forti : la crisi delle nostre scuole cristiane (47) che rischiavano di chiudere e uno sciopero aperto fino al 27 settembre. Da dopo la festa dell’Assunta fino alla fine di settembre abbiamo vissuto un tempo di generale emergenza, controllo dei nervi e pazienza, pressioni e mantenimento della lucidità, non proprio come in tempo di guerra ma quasi, comunque stressante e logorante.

Il nocciolo della questione? In Israele, per legge, lo Stato finanzia tutte le scuole, anche quelle cristiane, ‘’riconosciute ma non pubbliche’’. Ottimo. Ma da alcuni anni a questa parte il Ministero ci tagliava progressivamente le sovvenzioni fino ad arrivare a darci nel 20014-15, solo il 29% di quello di cui avevamo diritto, con una evidente discriminazione rispetto alle altre scuole. Il resto, cioè il 71%, le famiglie dovevano farsene carico, un onere diventato troppo pesante. Per due anni abbiamo cercato di dialogare  con il Ministero. Senza nessun risultato. Allora abbiamo dovuto usare i mezzi  un po’ più forti e proclamare, all’inizio dell’anno scolastico, il 1° settembre, uno sciopero generale aperto di tutte le nostre scuole (33.000 studenti, 3500 insegnanti), appoggiati appunto dalle famiglie. 

Abbiamo suscitato una grande sensibilizzazione: dalla mattina fino a mezzanotte eravamo tutti occupati in riunioni a tutti i livelli (genitori, studenti, direttori, responsabili, ministri, parlamentari), manifestazioni, tende di sit-in, volantinaggio, interviste. Si è creata una grande solidarietà con i maggiori sindaci della Galilea e con il sindacato d’Israele che hanno proclamato scioperi in tutte le scuole secondarie d’Israele in solidarietà con le nostre richieste. Nel mese di settembre le scuole cristiane erano in tutte le notizie della stampa, radio e televisione locali ma anche internazionali. Forse avete sentito o letto qualcosa anche voi. Tutto questo lavoro è stato coordinato dall’USCI, ‘’Ufficio delle Scuole Cattoliche in Israele’’, ma ero coinvolto anch’io non solo come vescovo responsabile delle scuole diocesane, ma anche come Delegato episcopale per le scuole cristiane, dunque delegato per seguire i problemi di tutte le scuole cristiane.

All’inizio il Ministero non ha dato importanza. Ma quando ha visto tutta quella solidarietà generale che saliva, ci ha preso sul serio e a mezzanotte tra sabato e domenica 27 sett. abbiamo concluso un soddisfacente primo accordo iniziale che ci permette di cominciare l’anno scolastico, mettere fine allo sciopero, e andare avanti con le altre rivendicazioni in una commissione ufficiale bilaterale. Deo gratias.

In questi giorni sto visitando tutte le scuole che sono state le vere protagoniste di questo mese così speciale. Le nostre scuole non solo sono uscite indenni da questa prova, ma hanno acquisito più coscienza e forza nell’ essere cristiani e cittadini in questo Stato e in questo tempo. Vi potrei raccontare tante avventure e risvolti di questa esperienza, che è stata certamente tra le più impegnative, ma lascio tutto agli incontri personali che potremo avere in futuro. Intanto vi ringrazio di cuore del vostro sostegno, anche e soprattutto spirituale. 

Adesso mi riposo un po’ tornando al mio ritmo normale di vita che, come sapete, non è mai monotono, ma almeno è un po`più regolare e meno assillante!

Giacinto Buolos Marcuzzo

Il vescovo Marcuzzo da Israele: grazie alla mobilitazione lo Stato aumenta i fondi per le scuole cristiane
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