MISSIONI: ferito un giovane vescovo e uccisa una missionaria
Entrambi originari del vicentino
La notte del 26 aprile il comboniano Christian Carlassare vescovo eletto di Rumbek (Sud Sudan) è stato aggredito a scopo intimidatorio. Lo hanno picchiato e gli hanno sparato alle gambe. Il Vescovo ferito è stato soccorso dai medici del Cuamm che hanno prestato le prime cure mediche.
P. Fabio Baldan, provinciale dei Comboniani in Italia cosi scrive: “Ho appena parlato con Christian, e ho informato la famiglia. Christian li aveva contattati personalmente per telefono. Christian mi ha chiesto di rassicurare tutti i confratelli che sta abbastanza bene; chiede la nostra preghiera non tanto per se stesso ma per la gente di Rumbek perché tanti stanno soffrendo più di lui.”
A quasi due mesi dalla sua nomina a vescovo di Rumbek, mons. Carlassare non è in pericolo di vita. Nativo di Piovene Rocchette (Vi) doveva essere consacrato Vescovo il 23 maggio.
Classe 1977, con i suoi 43 anni, è il più giovane vescovo del mondo nel più giovane Paese al mondo, visto che il Sud Sudan si è costituito formalmente come Stato solo il 9 luglio 2011.
Nell’intervista che ha rilasciato alla Voce dei Berici il 14 marzo scorso, appena saputo della nomina a vescovo, mons. Carlassare aveva dichiarato di sentirsi «figlio spirituale di Bakhita, figura che parla molto al Sud Sudan di oggi, soprattutto perché donna». E rispetto al clima di violenza che da tempo caratterizza il giovane paese aveva dichiarato che «la violenza ha toccato solo marginalmente Rumbek, ma anche qui gli episodi di violenza e di furti del bestiame sono frequenti. La gente, purtroppo, è abituata ad un clima di violenza». La sua nomina a Vescovo lo aveva sorpreso anche se l’aveva «subdorata». «Il mio è stato un “sì” sofferto – aveva riconosciuto – perché conosco le difficoltà che ci saranno, ma è un “sì” fiducioso. Mi è stato assicurato – aveva evidenziato – che non sarà solo e sono convinto che un Vescovo non può fare niente se non ha accanto religiosi, preti e laici».
Invece Nadia De Munari non ce l'ha fatta ed è deceduta in seguito all'aggressione subita la notte di martedì scorsa nella Casa famiglia “Mamma mia” di cui era responsabile. 50 anni, originaria di Schio, Nadia era una missionaria laica, in Perù dal 1995 con l’Operazione Mato Grosso. E’ stata aggredita da una banda di criminali con un’ascia e una sbarra metallica mentre dormiva. La donna era stata trasferita all’ospedale di Lima ed è deceduta in seguito, al grave trauma cranico subito durante l’aggressione.
La missionaria era responsabile nel centro “Mamma mia” di Nuevo Chimbote, realizzato da padre Ugo De Censi. In questa casa famiglia viene fornito cibo gratuito a minori e madri bisognosi della zona.
La notizia della morte di Nadia De Munari è arrivata ieri sera a Schio, dove amici e conoscenti della donna si sono ritrovati in preghiera per confortare la famiglia.
Il Vescovo Beniamino Pizziol, l'intera diocesi di Vicenza e tutti i missionari e le missionarie vicentine nel mondo si stringono al dolore della famiglia De Munari, agli amici dell’OMG e alla comunità cristiana di Giavenale di Schio, per la perdita dell’amata Nadia.
(fonte La Voce dei Berici)
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