SUSEGANA: incontro tra cristiani e musulmani
Al Centro culturale islamico, nella giornata di ieri
Redazione Online
23/10/2024

Quando lo straniero, se proprio così vogliamo chiamarlo, non è un problema, ma un’opportunità. Cristiani e musulmani in preghiera per la pace, al Centro Islamico Emanet, tra le fabbriche di Susegana. Una supplica, quella del vescovo mons. Corrado Pizziolo, dopo la lettura cantata dell’iman Avnija Nurceski. Una supplica conclusa con un augurio in ebraico: “Shalom, pace, Shalom”. “Preghiamo perché cessino queste due grandi guerre, ma anche tutte le altre, magari sconosciute (sono 59, ndr). Ma – ha invitato il vescovo – preghiamo anche per relazioni pacificate tra di noi, nelle nostre famiglie, nelle fabbriche e negli altri posti di lavoro, nei nostri paesi”. “Ma più guerre, mai più – ha insistito il vescovo -. Mai più conflitti, odio, divisioni”. Sentimenti, quelli di mons. Corrado, condivisi dal centinaio di musulmani presenti, dai loro iman, ma anche dai tanti cristiani che dalla diocesi e da quelle di Treviso e Belluno Feltre hanno raccolto l’invito per il primo evento della “Giornata del Dialogo Islamo-Cristiano” 2024 in Veneto.

Sono intervenuti anche Sefkija Nurceski, consigliere comunale di Susegana e membro del Centro Culturale Islamico Emanet, Ait Alla Lhoussaine, presidente della Federazione Regionale Islamica del Veneto, Gianluigi Manighetti per il Movimento dei Focolari della Diocesi di Vittorio Veneto, il Questore di Belluno, Francesco Zerilli, il dottor Giacomo Toma per la Prefettura di Treviso e una dozzina di sindaci ed assessori di altrettanti Comuni, a cominciare da Gianni Montesel di Susegana.

Non mancavano don Giuseppe Bratti, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso della Diocesi di Belluno-Feltre, don Giuseppe Gerlin dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Diocesi di Vittorio Veneto e don Bruno Baratto, direttore della Caritas Tarvisina. La Regione era rappresentata dai consiglieri regionali Marzio Favero ed Elena Ostanel, mentre il presidente Luca Zaia ha inviato un caloroso messaggio che sottolineava la storica capacità di accoglienza del Veneto verso le culture e le religioni diverse.

“Agio e disagio: giovani e fedi” è il titolo di questa edizione della manifestazione. Il Centro Emanet, come ha spiegato Sefkija Nurceski, svolge da 20 anni, un’intensa attività non solo culturale, di aggregazione, ma anche di solidarietà: oltre 8 mila ore di volontariato, più di 300 pozzi d’acqua avviati in Africa. “Noi vogliamo promuovere solo la fratellanza, così insegniamo anche ai nostri figli. Non ci appartengono coloro che trasmettono messaggi sbagliati” ha rassicurato Ait Alla Lhoussaine. Il Questore di Belluno ha dato atto di questa collaborazione, sottolineando che “il comune intento è quello di prevenire i conflitti, il disagio”. Il dialogo interreligioso promuove la convivenza, ha ammesso anche il rappresentante della Prefettura di Treviso. E su questo concetto si è soffermato anche il vescovo Pizziolo ribadendo che “le religioni non possono essere fonte di odio e di divisione, ma sorgente di vita, di pace, di dialogo, di rispetto reciproco”. Tema ribadito anche dall’iman che ha concluso la serata ricordando Papa Francesco e i suoi continui appelli alla fratellanza. Ma anche riconoscendo: “L’Italia si sta dimostrando il paese più bello e democratico del mondo”. “Sono da favorire momenti come quello vissuto oggi” ha commentato il vescovo, prima di lasciare il centro Emanet, immaginiamo rivolgendosi a tutta la comunità. “pur rispettando le diversità che non devono essere eliminate in maniera forzata o artificiosa”.

Un approfondimento sul prossimo numero de L'Azione. FDM