IL MESE DI MAGGIO COME UNA "MARATONA DI PREGHIERA"
L'editoriale del direttore don Alessio Magoga
Un mese di preghiera per invocare la fine della pandemia: questo sarà il mese di maggio, a cominciare da sabato prossimo, per volontà di papa Francesco. I Santuari mariani, sempre per volontà del Pontefice, saranno i luoghi privilegiati – ma non i soli – nei quali sarà vissuta questa insistente preghiera di intercessione, come una specie di maratona. A detta di qualche “cosiddetto” teologo, questa indicazione di papa Francesco sembra eccessiva o fuori luogo per i tempi moderni ed evoluti in cui viviamo. Si può forse pregare il Dio della misericordia perché “cambi idea” e “ponga fine” a quello che potrebbe apparire un “suo” flagello, quasi mercanteggiando con Lui? Così argomenta qualcuno. In realtà la preghiera di intercessione più che “cambiare il cuore di Dio” – che è davvero un cuore misericordioso – ha il potere di cambiare il nostro cuore, rendendoci più docili e più disponibili all’azione dello Spirito Santo, il grande protagonista del tempo pasquale (e di tutto il tempo della Chiesa sino alla fine dei tempi).
Non deve sfuggire, poi, il fatto che è Gesù stesso che ci chiede di “pregare senza stancarci mai”: ci domanda di stare in dialogo con il Padre, di coltivare un rapporto filiale con Lui, senza sprecare parole, certo, perché Dio sa ciò di cui abbiamo bisogno, ma rimanendo in ogni caso con il Signore ed intensificando la nostra relazione con Lui. Il Rosario è uno dei metodi di preghiera più diffusi e più popolari per i cattolici e va vissuto anch’esso proprio dentro a questo tipo di dinamica: si chiede l’intercessione di Maria, la madre di Gesù, per essere sempre più capaci di essere discepoli di suo Figlio e mettere così in pratica il suo Vangelo. La preghiera, infatti, deve cambiare la vita.
Conosciamo anche le storture di un certo modo di pregare, quasi che Dio sia costretto a fare la nostra volontà a forza di parole. E siamo pure a conoscenza di un certo devozionalismo e di una certa esagerazione del culto dei santi che allontana da Cristo, anziché condurre a Lui. Ma sappiamo bene anche come evitare queste forme estreme e lo stile di preghiera cui ci sta educando papa Francesco, nella tradizione dei Pontefici precedenti, ci pone decisamente sulla strada giusta.
Non va taciuto poi il fatto che la preghiera ha una forza misteriosa, che agisce ed opera lì dove non sappiamo né immaginiamo ed opera sempre a fin di bene: per questo, la preghiera, se vissuta in atteggiamento di filiale abbandono nelle mani di Dio, è sempre un aiuto per noi e per gli altri. E lo è anche in un tempo così difficile, come quello segnato dalla pandemia.
Il mese di maggio che si apre dinanzi a noi, dedicato dalla tradizione cattolica a Maria, sia per tutti un tempo propizio per la preghiera: grazie alle opportunità che ci saranno offerte dai Santuari mariani – anche quelli del nostro territorio (Motta di Livenza e Follina) – ma anche grazie ai momenti che saranno possibili nelle nostre comunità parrocchiali e nelle nostre famiglie, magari valorizzando il sussidio di preghiera che hanno preparato i giovani del nostro seminario. Sarà una “maratona di preghiera” che ci aiuterà a sentirci vicini a tutti gli uomini e donne del mondo: anche ai migranti che perdono la vita nel Mediterraneo (sono oltre cento le persone che hanno perso la vita nei giorni scorsi in mare) ed ai missionari che testimoniano la loro fede sino a rischiare la vita (il pensiero va a Nadia De Munari, dell’Operazione Mato Grosso, uccisa in Perù ed al giovane vescovo Christian Carlassare, gambizzato in Sud Sudan)…
Potremo sentirci vicini anche ai fratelli e alle sorelle delle comunità ortodosse e delle comunità cattoliche di rito bizantino, presenti anche nella nostra diocesi, presso le quali la devozione a Maria è molto sentita e che in questi giorni stanno celebrando i riti della Settimana santa: domenica 2 maggio ricorre la solennità di Pasqua secondo il calendario giuliano. A tutti loro, in particolare alle comunità ucraine e rumene di rito bizantino, rivolgiamo i più fraterni auguri pasquali: “Cristo è davvero risorto”.
Alessio Magoga
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