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ALLUVIONI IN SPAGNA. E IN ITALIA?

L'editoriale del direttore don Alessio Magoga

ALLUVIONI IN SPAGNA. E IN ITALIA?

Abbiamo tutti, sotto gli occhi, quanto è accaduto in Spagna, nella città di Valencia in modo particolare. Il riferimento è alle violente e improvvise inondazioni che hanno causato morte e distruzione nella terza città spagnola, e non solo lì. L’acqua è arrivata senza che la popolazione fosse stata adeguatamente avvertita, trascinando via tutto quello che ha incontrato sul suo corso, automobili e conducenti compresi. Abbiamo visto il dramma e la sofferenza della popolazione. Abbiamo assistito alle reazioni e alle proteste della gente indignata, a causa del mancato preavviso e del ritardo nei soccorsi, alla vista di Sanchez, il Primo ministro spagnolo, di Mazon, il Governatore della provincia di Valencia, di Felipe e Letizia, i Reali di Spagna, recatisi a far visita alle zone alluvionate. Sanchez e Mazon sono praticamente fuggiti, mentre la Coppia reale ha fronteggiato con coraggio ed umanità la situazione, accogliendo il dolore e le vivaci proteste di chi ha perso affetti e beni. Abbiamo ammirato le file di volontari che si sono messe in marcia per aiutare le vittime e per spalare il fango, ma allo stesso tempo abbiamo scoperto, quasi in diretta, gli sciacalli che si sono precipitati negli appartamenti abbandonati per fare razzie...

Veri e propri drammi personali e di un’intera comunità, emozioni e situazioni paradossali che ci interpellano, perché quanto accaduto in Spagna potrebbe accadere, e in certo modo è già accaduto, anche in Italia: basti pensare alle due alluvioni avvenute in Emilia-Romagna l’anno scorso e quest’anno. Si potrà discutere se si tratti di conseguenze dirette dell’azione dell’uomo, ma appare fuori dubbio che ci troviamo di fronte ad un clima che si è modificato e a dei fenomeni metereologici fuori della norma sempre più frequenti, che richiedono un’efficace capacità di monitoraggio, di prevenzione e di reazione. Viene da chiedersi: siamo sufficientemente attrezzati nel nostro Paese, e anche nella nostra Regione? Oppure, quando ci saranno le prossime piogge, dovremo stare con il fiato sospeso, sperando che “vada tutto bene”?

I tempi che stiamo vivendo richiedono degli interventi importanti sul territorio, come la pulizia dei corsi d’acqua e la creazione di invasi e di bacini di laminazione per contenere le ondate d’acqua in eccesso (salvaguardando il più possibile le golene e gli slarghi naturali - come il Pra’ dei Gai, ad esempio - che consentono ai fiumi di esondare senza fare danni). Molto possono fare anche i singoli cittadini, curando i corsi d’acqua di propria competenza (i normalissimi fossi di confine) e segnalando eventuali criticità (ostruzioni e situazioni d’incuria). Infine, un aspetto che è sicuramente mancato a Valencia è stata la percezione e l’immediata informazione circa i pericoli che si stavano correndo: nel nostro Paese, e nella nostra Regione, si sarebbe in grado di informare tempestivamente la popolazione di un rischio simile? Sono sufficienti i mezzi attualmente a disposizione della Protezione Civile per raggiungere capillarmente ognuno di noi? E noi sapremmo cosa fare (e cosa assolutamente non fare) se fossimo sorpresi da un’alluvione? Tornando a Valencia, abbiamo visto camion “sfidare” l’acqua che stava invadendo il manto stradale, per poi finirne inghiottiti... Domande e interrogativi che ci interpellano direttamente e che attendono risposte concrete, affinché non si ripetano le scene drammatiche a cui abbiamo assistito in queste settimane.

Alessio Magoga

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