SERNAGLIA: sicurezza del Piave, incontro con Andrea Marion
Venerdì 9 giugno, alle 20.30, nella sala polifunzionale del municipio
Venerdì 9 giugno, alle 20.30, nella sala polifunzionale del municipio di Sernaglia della Battaglia si svolgerà la conferenza dal titolo “La sicurezza del Piave, una sfida per l’ingegneria idraulica ed ambientale del XXI secolo”. Relatore Andrea Marion, docente ordinario di Ingegneria idraulica all’università di Padova.
La conferenza è organizzata dal Comitato per la difesa del territorio dalla progettata diga di Falzè in collaborazione con il Comitato per la tutela del nostro Piave e gode del patrocinio del Comune di Sernaglia.
"La serata - spiega il Comitato promotore - vuole essere un contributo costruttivo al dibattito in corso da diversi decenni (dopo la piena del 1966) sulle modalità di mitigazione del rischio idraulico del fiume Piave, ancora più attuale in questo periodo dopo la recente alluvione dell’ Emilia Romagna. Nel panorama di interventi di insigni studiosi su questo argomento, quello del professor Marion si pone come un approccio innovativo consapevole che ”… nei 53 anni di revisioni e rinvii della soluzione per la difesa del Piave dalle piene sono intervenuti profondi cambiamenti tecnici e culturali nell’ingegneria idraulica…”".
Per parte sua, come più volte sostenuto, il Comitato "ritiene che le azioni per il contenimento delle piene del fiume debbano coinvolgere tutta l’asta del fiume, compreso l’intero bacino imbrifero, e non essere concentrate quasi esclusivamente in un unico grande intervento che difficilmente potrà avere un basso impatto ambientale. Serve allungare i tempi di corrivazione di tutto il sistema idrografico adduttore trattenendo l’acqua nel territorio, in piena sicurezza, per il tempo necessario a garantirne un deflusso controllato".
"Per far questo - conclude il Comitato - è necessaria la corresponsabilizzazione attiva da parte di tutti i soggetti portatori di interesse che poggi in via prioritaria sulla condivisione di finalità, obiettivi e metodi. In sintesi, alla base di tutto deve esserci una visione comune del fiume e della tipologia di azioni che possono essere attivate innanzitutto per la sua tutela ed anche per la protezione dal rischio di esondazione. In merito agli interventi da realizzare in questi anni si è fatto un gran parlare di “Contratto di fiume”, ovvero di un accordo tra i vari stakeholders del fiume. Ebbene, condizione preliminare perché tale contratto possa funzionare è proprio la condivisione dei principi che deve riguardare non solo i comuni rivieraschi ma tutto il territorio del bacino imbrifero".
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