Oggi Domenica
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Dicono ma non fanno

La riflessione sulla Parola di Dio domenicale.

Dicono ma non fanno

Domenica 5 novembre - XXXI del tempo ordinario - anno A - terza settimana del Salterio - colore liturgico verde Ml 1, 14 - 2, 2. 8-10; Sal 130; 1Ts 2, 7-9. 13; Mt 23, 1-12 Custodiscimi, Signore, nella pace

Mi colpisce il tono duro con cui Gesù oggi esprime i suoi ammonimenti. Egli si scaglia contro quelli che “si sono seduti sulla cattedra di Mosè”. Gesù però critica l’atteggiamento dei farisei e non il movimento farisaico in sé che, oltre ad aspetti negativi, presentava per la fede di Israele un punto di riferimento importante. Risulta quindi consequenziale l’invito a praticare ciò che dicono e insegnano, ma non ad agire secondo le loro opere. Matteo ci riporta questo duro discorso di Gesù non per polemizzare contro il mondo giudaico, ma perché sa bene che anche le comunità cristiane possono vivere le stesse dinamiche religiose, le stesse piccolezze degli scribi e dei farisei. Anche noi in questa domenica andiamo a messa e dobbiamo quindi ricordarci che nostro u- M nico Maestro è Gesù. Rispetto a Lui, dal più piccolo dei fedeli al Papa, si è sempre discepoli! Padre a cui far costante riferimento filiale e fiducioso è Dio, il Padre che sta nei cieli. Nella comunità cristiana, e verso tutti gli uomini, si è dunque chiamati a rapporti di fraternità. Anzi, “il più grande tra voi sia il vostro servo”. Sulla Cattedra dunque di Gesù Maestro e Signore non sono previsti successori. Si può essere talvolta chiamati a ripetere qualche sua lezione, ma lo si può fare solo dopo averla ascoltata attentamente, e per dirla agli altri “condiscepoli” e fratelli con l’accento discreto di una testimonianza vissuta e convinta. Sta qui l’identità di chiunque presta servizio al Vangelo nella comunità cristiana: genitori, catechisti, teologi, predicatori della Parola da ogni pulpito, anche da quello semplice e dialogico che a volte ha per interlocutore una persona non credente in Dio e nel Vangelo. Un esame di coscienza in questa domenica è proprio riservato a noi sacerdoti: cosa insegniamo? Alle parole pronunciate dall’ambone quali fatti seguono? È davvero nel profondo del nostro cuore la dimensione del servizio disinteressato al Vangelo di Gesù e al suo popolo? Da interrogativi simili non possono sottrarsi però nemmeno tutti coloro che nelle famiglie e nella società rivestono ruoli educativi e di responsabilità. Sono interrogativi che dovrebbero porsi i genitori: quali valori vengono trasmessi oggi dalle nostre famiglie con lo stile di vita che si sceglie? di quali discorsi, di quali fatti, di quali scelte sono testimoni oggi i nostri ragazzi? Spesso il “dicono, ma non fanno” vale anche per molti educatori. Dall’esame di coscienza non sono esonerati nemmeno coloro che hanno responsabilità nella cosa pubblica: con quale spirito vivono il servizio politico o di amministratori? i “primi posti” che la libera scelta dei cittadini ha loro assegnato come sono occupati? cosa suscitano in loro le parole di Gesù “dicono e non fanno”? Gesù oggi ci dice: “Il più grande tra voi è colui che serve”. Il più grande è chi ama di più. Il mondo ha bisogno d’amore e non di ricchezza per fiorire. Il brano evangelico di oggi si conclude con le parole: “Chi si innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato”. Queste parole mi fanno andare idealmente a quel luogo dove è nato il cristianesimo: Nazareth. La Vergine Maria aveva cantato che Dio “rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili; ricolma di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote”. Effettivamente il Vangelo era cominciato così a Nazareth. E la comunità cristiana rinasce ogni volta che parte nuovamente di là, dal nascondimento di Nazareth.Don Piergiorgio Sanson

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