Oggi Domenica
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Il primo dono

Oggi Domenica: la riflessione sulla Parola di Dio domenicale.

Il primo dono

Domenica 27 aprile - II di Pasqua della Divina Misericordia
- anno A At 2, 42-47; Sal 117; 1Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre

Questa domenica è particolarmente ricca di stimoli che ci spronano a continuare in pienezza la vita da risorti rinnovata con la Pasqua. Mi pare di scorgere nella vita della Chiesa, e in particolare nella successione degli ultimi papi, un crescendo costante per manifestare la misericordia di Dio. La saggia bontà di papa Giovanni aveva realizzato un’apertura a tutto campo verso la complessa realtà umana contemporanea sia a livello ecclesiale che internazionale, culminata nell’enciclica Pacem in terris (1963): programma e testamento del promotore del Concilio.

Paolo VI, pur con uno stile diverso, ha consolidato l’apertura della Chiesa alle ansie dell’umanità in tempi difficili e scomodi. Il nostro Luciani passò come il fiore del campo nello spazio di un sorriso, illuminando l’umanità con l’annuncio della tenerezza materna di Dio. Papa Giovanni Paolo II, oltre a promulgare l’enciclica Dives in misericordia (1980), offre il perdono al suo attentatore e istituisce la festa odierna. Ed ecco tra noi il Francesco che annuncia addirittura nel suo stesso stemma papale Miserando atque eligendo il programma del suo pontificato. Il valore e “ruolo” (per così dire) della misericordia ci è rivelato dalla prima apparizione di Gesù ai discepoli, come ci è trasmessa nel brano evangelico odierno.

La scena si svolge in tre momenti. Innanzitutto il saluto: “Pace a voi!” (mai usato prima della risurrezione), mostrando le piaghe gloriose delle mani e del fianco. La paura dei discepoli si trasforma immediatamente in gioia messianica. Poi Gesù rinnova il saluto e li manda a continuare la missione ricevuta dal Padre. È un atto sovrano del Signore della vita per prolungare nei discepoli la sua propria missione. Infine soffia su loro dicendo: “Ricevete lo Spirito Santo”. È il soffio che simboleggia il dono dello Spirito nella nuova creazione realizzata dal mistero pasquale e che attualizza la risurrezione dei morti predetta da Ezechiele (37, 9) con la stupenda visione delle ossa aride.

Il Risorto trasmette ai discepoli il suo stesso Spirito per perdonare i peccati, e così effettuare come una ri-creazione dell’umanità. È l’inserimento concreto dello Spirito nelle vicende umane per trasformarle e realizzare il progetto del Padre avviato da Gesù. Alla base di questa nuova umanità c’è il dono della misericordia, affidato dalla Comunità divina alla Chiesa per abbracciare ogni limite e malvagità con la potenza che purifica, riconcilia e costruisce “cieli e terra nuova”. Il frutto di tanto impegno divino e umano è la pace, che porta inevitabilmente il sigillo della croce gloriosa. In un mondo segnato dal peccato, la prima grazia è la misericordia di Dio che apre i cuori alla riconoscenza gioiosa per impegnare i figli perdonati a diventare operatori di pace.

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