Vallata - Zumellese
stampa

BELLUNESE: crisi delle stalle

Cresciuti i costi di produzione

BELLUNESE: crisi delle stalle

In provincia di Belluno sono oltre 600 le aziende della filiera del latte. In totale, 10.000 capi totali bovini e più di 1.200 ovicaprini. Una filiera che spicca, per qualità ed eccellenza casearia, in occasione della ricorrenza del Milk Day, la Giornata mondiale del latte istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite che si celebra il 1° giugno, proprio in coincidenza con la riapertura del servizio al bancone a e al tavolo al coperto nella ristorazione in tutta Italia. Il latte bellunese è però minato dalle speculazioni: la razione alimentare di una bovina è aumentata del 30%, i costi di produzione di un litro di latte nell’ultimo semestre, secondo Ismea, sono cresciuti del 6%. L’analisi di Coldiretti denuncia come l’emergenza Covid abbia innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle. «Tutte le materie prime, in particolare le proteiche sono schizzate in alto», commenta Coldiretti Belluno. «La soia da 33 euro il quintale ha raggiunto picchi di 60 assestandosi ora sui 55/56, il mais da 17 euro è passato a 28, il girasole da 17 a 27, anche la colza è aumentata del 60%, addirittura la paglia da 6/7 euro è passata a 12 euro».

«Bene la richiesta del presidente della Coldiretti Ettore Prandini di chiedere una immediata convocazione al ministero delle Politiche agricole del tavolo sul latte per affrontare una emergenza diventata insostenibile», sottolinea il presidente provinciale De Rocco. «Un settore importante minato anche dalle troppe fake news che vengono diffuse in rete dove si trovano “falsi” di ogni tipo come la bugia che bere latte sarebbe dannoso perché è un alimento destinato all’accrescimento di cui solo l’uomo, tra gli animali, si ciba per tutta la vita. In realtà il latte di mucca, capra o pecora rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, lo zucchero del latte. Il filone di pensiero che ritiene opportuno bandire i latticini dall’alimentazione si basa sul China Study, un’indagine epidemiologica svolta a partire dal 1983 in Cina, i cui risultati sono stati ritenuti inattendibili dalla comunità scientifica e dall’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro».

«Tra le trovate anche quella che con il latte si ingeriscono sostanze inquinanti e ormoni mentre latte, yogurt, formaggi e burro sono assolutamente sicuri e salubri perché soggetti a rigidi controlli e l’uso di ormoni è vietato in Italia e in tutta Europa», evidenzia Coldiretti. «Altrettanto falsa l’informazione che il consumo di latte aumenti il rischio di osteoporosi “rubando” calcio allo scheletro. Infatti proprio i prodotti lattiero-caseari sono una fonte privilegiata di calcio, sia per la notevole quantità presente che, soprattutto, per la sua “biodisponibilità”. I falsari dell’informazione sostengono poi che il latte sarebbe nemico del cuore e delle arterie, mentre proprio il suo consumo influisce positivamente su ipertensione e diabete». (fonte L'Amico del Popolo)

BELLUNESE: crisi delle stalle
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento