AMBIENTE: sfalci e potature sono rifiuti urbani
Ma le piazzole ecologiche non riescono a soddisfare le imprese del verde
Redazione Online
01/02/2025

Nonostante il significativo traguardo normativo raggiunto con l'accoglimento dell'emendamento di Confartigianato alla Legge 191/2024, che equipara sfalci e potature ai rifiuti urbani, la gestione operativa rimane un problema irrisolto. I centri di raccolta comunali non sono ancora adeguatamente attrezzati per accogliere e smaltire la grande quantità di materiale conferito dalle imprese del settore verde.

Giuseppe Lumia (nella foto), Presidente del Gruppo Imprese del Verde di Confartigianato Imprese Veneto, ha lanciato un allarme, evidenziando come la situazione stia venendo monitorata nelle diverse province della regione. "Le aziende – afferma – non sanno ancora dove poter conferire il verde raccolto. Comuni e aziende municipalizzate non sembrano essere ancora pronte a gestire queste operazioni, e il periodo di potature e abbattimenti è già iniziato, con la necessità di ampi spazi per il conferimento di questi materiali ingombranti".

Fino a poco tempo fa, sfalci e potature venivano considerati rifiuti speciali, comportando costi elevati per il trasporto, spesso fuori provincia, verso centri specializzati per lo smaltimento, a carico delle imprese. La recente modifica legislativa dovrebbe semplificare il processo, permettendo il conferimento diretto nelle isole ecologiche dei Comuni di appartenenza o limitrofi.

Tuttavia, Lumia avverte che l'assenza di un coordinamento adeguato potrebbe generare difficoltà operative per il settore. "Il servizio di raccolta è gestito dalle aziende municipalizzate, ma queste dovranno dotarsi di aree apposite – sottolinea –. Abbiamo ottenuto una vittoria normativa importante, ma se i Comuni non sono pronti, le aziende rischiano di trovarsi in una situazione di incertezza, senza sapere come gestire il servizio".

Per risolvere questa problematica, Confartigianato si rende disponibile al dialogo con le amministrazioni e i soggetti pubblici, al fine di definire modalità operative condivise che permettano alle imprese di operare con maggiore facilità. "Non vogliamo sentire che mancano le aree necessarie – avverte Lumia –. Il nostro territorio vanta un grande patrimonio immobiliare dismesso che potrebbe diventare una risorsa, attraverso buone pratiche di rigenerazione, per rispondere a queste esigenze".

Il rischio è che il settore finisca per trovarsi nuovamente di fronte a una gestione caotica e disorganizzata, aggravata dalla storica mancanza di uniformità normativa. "In passato, ognuno applicava la propria interpretazione – ricorda Lumia –. Ora finalmente la legge è chiara: questi materiali sono rifiuti urbani e devono essere conferiti nelle isole ecologiche. Stiamo parlando di tonnellate di rifiuti che le imprese non possono stoccare nei loro depositi per lunghi periodi. Chiediamo risposte rapide e soluzioni concrete, affinché la normativa non resti lettera morta e le imprese del verde possano operare con regole chiare e strutture adeguate".