CONEGLIANO: ecco il progetto per piazza Carducci
Lo studio Bodár Bottega d’Architettura ha vinto il concorso
Redazione Online
24/02/2025

È di Bodár Bottega d’Architettura, studio siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), con sede anche a Firenze, capitanato da Francesco Messina, il progetto vincitore del concorso di progettazione per la nuova piazza Carducci, di fronte alla stazione di Conegliano. Dopo un’attenta valutazione da parte della giuria, il progetto ha prevalso sugli altri quattro finalisti: AEI Progetti srl (Firenze), BPE Studio srl (Firenze), arch. Viviana Ragnini (Castelfranco Piandiscò Ar) e, in avvalimento, Smart Engineering srl (Pisa).

L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Treviso commenta con grande soddisfazione l’esito del concorso che ha riscosso un grande successo con 182 progetti presentati, un numero ben oltre le aspettative, confermando l’interesse e la qualità della partecipazione. Articolato in due fasi, mirava all’acquisizione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica, che ora verrà sviluppato dal team vincitore. L’obiettivo è procedere rapidamente con i successivi passaggi tecnici ed amministrativi per giungere alla realizzazione dell’opera, previa disponibilità delle risorse economiche necessarie.

Il presidente della giuria, Alberto Winterle, spiega i motivi della scelta del vincitore: "Le proposte erano molto diverse tra loro, con approcci progettuali anche diametralmente opposti. La scelta del progetto è stata determinata dalla “tipologia” di soluzione proposta: due specifici ambiti funzionali sono definiti e distinti da un accurato trattamento delle superfici e dalla matericità delle diverse pavimentazioni. Un elemento caratterizzante è la pensilina nella zona più vicina alla stazione, che definisce uno spazio versatile per il mercato e altre attività, riuscendo al tempo stesso a strutturare e caratterizzare l’area urbana. Abbiamo ritenuto che questa soluzione fosse la più adatta a fornire una chiara identità a piazza Carducci, garantendo qualità e riconoscibilità allo spazio pubblico”.

Il progetto si fonda sull’interpretazione dei caratteri appartenenti allo spazio urbano della città e principalmente del nucleo storico, che si traducono in tre principi. Un primo principio riguarda il mantenimento dell’asse di relazione tra la stazione e la scalinata degli Alpini, che viene rafforzato dal disegno della pavimentazione, nel tentativo di orientare la visuale verso la scalinata e amplificarne la profondità prospettica.

Un secondo principio si fonda sull’idea di riproposizione della soglia, rappresentata già nel nucleo storico dalle che permettono l’accesso a via XX Settembre insieme alla stessa scalinata degli Alpini. Il progetto prevede una sorta di porta urbana contemporanea che segna il passaggio verso la nuova piazza e il centro storico.

Il terzo principio si traduce nella reinterpretazione del sistema porticato che già caratterizza l’asse storico di via XX Settembre e viene riproposto in una corte che si mostra aperta verso la città. Il nuovo portico definisce, alla stessa stregua di quello del nucleo storico, una zona di mediazione tra spazio pubblico e edifici. Grazie alla presenza del portico si individua un sistema più unitario e un’area chiaramente riconoscibile e disponibile per attività all’aperto di vario genere come il mercato, rappresentazioni e concerti, eventi sportivi, offrendo anche la possibilità di percorrere lo spazio pubblico al coperto.

A partire da questi principi il progetto si articola in due ambiti: un ambito che è marcato dalla corte aperta più prossimo alla stazione; un ambito che accoglie arredi e vegetazione più prossimo alla scalinata degli alpini.

La corte porticata assume proporzioni e dimensioni confrontabili ad altri spazi pubblici della città come Piazza Cima, Piazza IV Novembre, Piazza Duca D’Aosta, Piazza Calvi e l’adiacente Corte delle Rose. Il portico è caratterizzato da elementi esili in acciaio ottonato. L’altezza e la profondità del portico sono in relazione alle pensiline esistenti che sporgono dagli edifici sul fronte ovest, con le quali il portico cerca una continuità spaziale e percettiva.

Il disegno della pavimentazione si declina in due diversi sistemi: un disegno più strutturato che si presenta come una sorta di tappeto in pietra, che connette la nuova corte urbana alla scalinata degli Alpini. Sul tappeto si dispongono sedute rimarcate da ricorsi in pietra e amplificano la prospettiva verso la scalinata. Il secondo ambito è costituito da un suolo in cemento architettonico, che si adatta alla condizione morfologica dello spazio.

L’organizzazione della piazza consente tuttavia il mantenimento di una corsia di percorrenza per mezzi su gomma, sia per l’accesso agli ambiti di parcheggio privato e carico/scarico, sia per mezzi di soccorso e/o servizio, proteggendo lo spazio pedonale e ciclabile da possibili invasioni dei mezzi.