ALCOL E GRAVIDANZA: al via un progetto dell'Iss per la prevenzione
L'Istituto Superiore di Sanità lancia un progetto per la prevenzione, diagnosi precoce e trattamento della sindrome fetoalcolica
In Italia la diagnosi della sindrome fetoalcolica è ancora poco diffusa. Così come è scarsa tuttora la consapevolezza di non bere alcol in gravidanza per evitare danni permanenti alla salute del feto. Eppure questa sindrome rappresenta una problematica rilevante: nel mondo, circa il 60% delle donne beve alcol durante la gravidanza e ogni anno nascono circa 120mila bambini (in Italia quasi 2.500) che probabilmente svilupperanno lo spettro dei disordini feto-alcolici (FASD). Si tratta di una grande eterogeneità di anomalie fisiche e neuro-comportamentali, di gravità molto variabile e con relative sequele, che possono colpire il nascituro esposto all’alcol durante la gravidanza e l’allattamento.
Nella Giornata mondiale dedicata alla lotta contro la sindrome - celebratasi ieri, 9 settembre -, l’Istituto superiore di sanità (Iss) lancia un progetto di ricerca dedicato alla prevenzione, diagnosi precoce e trattamento. “Lo studio si propone di valutare il reale consumo di alcol nelle donne in gravidanza o che desiderano avere un figlio, attraverso la determinazione del biomarcatore etilglucuronide (EtG) nei capelli della madre in associazione ad un questionario sulle abitudini materne e il monitoraggio dell’esposizione prenatale mediante la determinazione dell’EtG nel meconio neonatale”, spiega la coordinatrice del progetto, Simona Pichini.
L’iniziativa vuole rendere consapevoli le donne e i loro partner dei rischi che corrono consumando alcol in gravidanza tramite l’informazione scientifica.
Dal 15 settembre partirà, inoltre, il programma di formazione a distanza (Fad), preparato dall’Iss in collaborazione con l’Associazione italiana disordini da esposizione fetale ad alcol e/o droghe (Aidefad) per ginecologi, ostetriche, neonatologi, pediatri, infermieri, psicologi, psicoterapeuti, assistenti sociali. I dettagli del programma sono disponibili nella sezione formazione del sito www.iss.it.
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