BONUS PSICOLOGO: il 72% non era in cura al momento della richiesta
È il quadro che emerge dai risultati del progetto PsyCARE
Il bonus psicologico ha aperto le porte alla terapia soprattutto a persone che non ne avevano mai usufruito: il 72% non era in cura al momento della richiesta e, tra i nuovi pazienti, quattro su cinque (81%) non si erano mai recati da un terapeuta prevalentemente per motivi economici. E’ il quadro che emerge dai risultati del progetto PsyCARE sull’impatto e il costo-efficacia del bonus psicologico, presentato oggi dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi in conferenza stampa alla Camera dei deputati. Obiettivi dello studio - realizzato dal Cnop in collaborazione con le Università di Milano Bicocca, Bergamo, Catania, Palermo, Pavia e La Sapienza di Roma - quelli di esplorare l’accesso al bonus psicologo, analizzare l’impatto degli interventi sui sintomi psicologici, esaminare il ruolo dei fattori transdiagnostici sugli interventi psicologici, stimare l’impatto economico del bonus conducendo un’analisi di costo-efficacia e, infine, valutare la soddisfazione dei terapeuti e dei pazienti che hanno partecipato a questa iniziativa.
Sul campione di oltre duemila coppie paziente-terapeuta che hanno aderito al progetto PsyCARE, il 43% risponde di aver saputo del bonus psicologo attraverso la televisione o i social media. Quasi l’85% dei pazienti presenta più di una motivazione per la richiesta di aiuto: tra le principali, i sintomi psicologici (58,3%), le relazioni in famiglia (39,4%), il desiderio di una conoscenza più approfondita di se stessi (33,2%), il rapporto con il proprio partner (26,7%), eventi traumatici come lutto o malattia, difficoltà nello studio o nel lavoro e, infine, sintomi psico-fisici come mal di testa o insonnia. L'intervento funziona sulla riduzione dei sintomi: -45% per quelli di ansia a fine trattamento e -38% al follow-up; -24% a fine trattamento e -20% al follow-up per la depressione.
Rilevanti i dati relativi all’impatto degli interventi sulla produttività dei pazienti. Tra chi ha usufruito del bonus si osserva infatti una significativa diminuzione del numero di giornate di lavoro perse a causa di problemi legati alla salute mentale: cinque giorni in un mese, che secondo i dati Eurostat sul costo del lavoro equivalgono a circa 1.200 euro risparmiati al mese per persona. Numeri che se parametrati alle persone con analoghi problemi nell’intera popolazione italiana porterebbero ad un impatto economico pari ad oltre l’1% del prodotto interno lordo del Paese. Significativa, inoltre, la diminuzione del numero di accessi al medico di base per dolori fisici non direttamente legati al malessere psicologico e sul consumo degli antidolorifici.
Infine, sia i terapeuti sia i pazienti sottolineano l’utilità del bonus nel favorire l’accesso alle cure psicologiche ed evidenziano un miglioramento nella vita personale di chi ne ha usufruito, sia dalla prospettiva del terapeuta sia da quella del paziente stesso. Tra le richieste per migliorare la misura quella di maggiori stanziamenti per aumentare le sedute e una semplificazione nel processo di adesione relativa soprattutto ai tempi di attesa e alle procedure.
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