Il giornale del 21 settembre. Edizione digitale
La guerra mondiale "a pezzi"
La chiamata a quella responsabilità personale che deve segnare l’impegno di ogni credente nell’«andare per la strada di Gesù» sta divenendo sempre più la cifra del pontificato di papa Francesco. Un impegno esigente che non può essere delegato ad altri e, tanto meno, annacquato immaginandolo affidato, genericamente, alla Chiesa: «La Chiesa - aveva sottolineato il Papa l’anno scorso ad Assisi - siamo tutti! Tutti! Dal primo battezzato, tutti siamo Chiesa, e tutti dobbiamo andare per la strada di Gesù ».
«Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle?» era stata la domanda che Francesco aveva rivolto a tutto il Popolo di Dio da Lampedusa: uno schiaffo «alla globalizzazione dell’indifferenza» con cui, ormai, siamo abituati a considerare solamente numeri da affidare alle statistiche quanti attraversano quello che per secoli abbiamo con orgoglio chiamato “Mare nostrum”.
A Redipuglia e a Fogliano, nei luoghi dove centinaia di migliaia di uomini trovarono la morte in quella che un altro pontefice definì inascoltato «l’inutile strage», papa Bergoglio, sabato 13 settembre, ha assestato una nuova picconata al muro della «globalizzazione dell’indifferenza» che avvolge il nostro tempo.
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