L’altra Caporetto, la Grande Guerra e il dolore degli umili
Il volume presentato con successo a Lago e a Vittorio Veneto.
Più di tutto hanno parlato l’attenzione vibrante dei presenti, il silenzio carico di interesse per ogni dettaglio, la commozione di tanti partecipanti, gli applausi intensi e corali di un Salone della comunità gremito come si fa per le occasioni autentiche di famiglia, i ritrovi che ricordano con affetto le stagioni della vita.
La presentazione la sera dell’8 giugno a Lago del volume “L’altra Caporetto – Suore, orfanelle e pazze di Valdobbiadene profughe nei territori occupati 1917 – 1918” (Gaspari editore, ora alla quarta ristampa), con l’intervento illustrativo dell’autrice suor Albarosa Ines Bassani, ha rappresentato un momento alto di cultura e di storia nel segno della memoria, per “un libro dolorante e bellissimo” che ha conquistato il cuore di un territorio al centro della narrazione durante l’anno dell’occupazione nella Grande Guerra.
Lo hanno confermato nei loro discorsi di saluto il parroco don Angelo Granziera, la sindaco Michela Coan e l’ideatore dell’iniziativa Giovanni Bottega, in una serata accompagnata dalle pregevoli esecuzioni della Corale dei Laghi diretta dal maestro Pierangelo Callesella, animata dalla collaborazione attiva di consigli parrocchiali, gruppi alpini e associazioni di Revine e di Lago, con il contributo di Home Cucine e Cantina Colli del Soligo. “Un libro necessario, che è un grido per la pace, contro la guerra, ed esalta il dovere della memoria degli umili e degli innocenti che nei nostri paesi hanno patito sofferenze infinite nell’anno della fame” – ha sottolineato il coordinatore della serata, Marco Zabotti, direttore scientifico dell’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, che ha moderato anche l’incontro del 9 giugno di presentazione del volume nella sala convegni della Biblioteca Civica di Vittorio Veneto.
Qui hanno portato messaggi di stima e riflessioni di valore su “L’altra Caporetto” l’assessore alla cultura Antonella Uliana, il vicario generale della diocesi mons. Martino Zagonel e il presidente dell’Istituto “Beato Toniolo”, Diego Grando, mentre suor Bassani ha riproposto i passaggi più significativi dell’opera, autografando diversi volumi come a Lago ed esprimendo grande apprezzamento e riconoscenza per la realtà dell’Istituto “Beato Toniolo” conosciuta anche attraverso le visite al mattino sulla tomba del Toniolo e nella sede a Pieve, poi in Abbazia e nella Foresteria Santa Maria a Follina, e infine nella Pieve di San Pietro di Feletto.
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