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PREALPI: due branchi di lupi, uno sul Visentin e l'altro a malga Garda

Problemi sempre più gravi specialmente a Stabie di Lentiai

PREALPI: due branchi di lupi, uno sul Visentin e l'altro a malga Garda

Sta diventando drammatica e preoccupante la situazione nelle zone montane di Borgo Valbelluna, in modo particolare nella zona di Stabie di Lentiai, a seguito dei ripetuti attacchi dei lupi a pecore, capre, asini e anche a cani da guardia. A dirlo è il sindaco Stefano Cesa: «Urge interrogarsi sulla sicurezza delle persone e dei bambini perché il lupo oramai arriva troppo facilmente vicino alle case. Ogni giorno ci sono episodi di animali predati e tra le persone e gli allevatori locali sale la preoccupazione».
A contrastare i ripetuti attacchi non sono più sufficienti le recinzioni dei greggi e neppure i cani da guardania diventati loro stessi facili prede per il lupo. Sono più di una decina le aggressioni a ovini e asini da inizio anno nella Sinistra Piave.
Degli otto branchi di predatori censiti ad oggi in provincia di Belluno due sono stati individuati sulle Prealpi: uno sulle creste del monte Visentin e l’altro a malga Garda, come rivela Angelo Sponga del Servizio veterinario dell’Ulss 1 Dolomiti. «Il lupo è un animale opportunista ed intelligente – spiega Sponga –. La Sinistra Piave è un’area molto antropizzata con tanti paesi e borgate abitate e con la presenza di molte attività agricole e di allevamento, una situazione ideale che favorisce l’attività predatoria del lupo, che con grande facilità trova di che nutrirsi negli ovini e negli altri animali da cortile, anziché impegnarsi nella più impegnativa caccia ai cinghiali, ai cervi o ad altre specie selvatiche, presenze che stanno causando ingenti danni gli agricoltori bellunesi. Certo – aggiunge Sponga – qualora il numero dei lupi dovesse diventare eccessivo andranno pensate delle azioni di contenimento».
Melissa Berton di Lentiai è affranta per la fine macabra dei suoi due asinelli “Pepa” e “Bicio”, la prima gravida, azzannati e uccisi dal lupo lo scorso 24 luglio. «Avevo gli asinelli da tre anni – racconta –. Li abbiamo presi con l’obiettivo di tenerli liberi per tenere pulita la nostra proprietà di famiglia a Stabie, così come fanno, o meglio facevano altre persone del luogo, visto che gli animali sono stati pian piano attaccati e uccisi dal lupo, considerato che il fieno non lo vuole più nessuno e falciarlo e smaltirlo ha un costo! “Pepa” e “Bicio” erano molto socievoli ed erano diventati parte della nostra famiglia. A nulla è valsa la rete antilupo elettrificata a fermare il predatore che ha divelto la staccionata e ha assalito e azzannato i miei due asinelli, che sono stati ritrovati sbranati nel fondo di un burrone nelle vicinanze. Il maschio era completamente sbranato mentre la femmina era agonizzante dopo essere stata azzannata sulla parte posteriore».
Le predazioni a Stabie non sono un fenomeno nuovo. Già due anni fa il lupo aveva aggredito e ucciso alcune pecore nel recinto del vicino di casa di Melissa.
«L’asino è un animale che non richiede una gestione particolare, basta una tettoia e un recinto, ma questo oggi non gli può più garantire una sicurezza – conclude Melissa –. Abbiamo registrato un caso di predazione alle 4 del pomeriggio. Come non aver paura oggi? Io non ce l’ho con il lupo ma con chi è preposto alla gestione delle politiche della montagna. A mio avviso non hanno focalizzato bene il problema e in secondo luogo non stanno prendendo le opportune misure di contenimento del predatore. Da un lato si potrebbe pensare ad una cattura forzata dei lupi per trasferirli in aree meno abitate oppure procedere con degli abbattimenti anche se non trovo logica la soluzione di uccidere un animale per proteggere un altro animale o una persona.
Difendersi dal lupo sta diventando complicato: io penso che prima o poi attaccherà anche l’uomo».
«È giunta l’ora che vengano prese delle misure opportune ed efficaci per la nostra sicurezza e per la tutela del nostro territorio. È necessario fare squadra con gli altri comuni della provincia interessati da questo problema – dice il sindaco Cesa – insieme alla province di Trento e Bolzano per chiedere a gran voce a Regione, Governo ed Europa delle misure di contenimento».
Sergio Cugnach

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