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Profughi, prefetto, sindaci. Parla il vescovo Corrado Pizziolo

Sull’incontro del prefetto di Treviso con i sindaci, boicottato d aalcuni: “Si tratta di uno strappo del tessuto di leale collaborazione tra istituzioni civili del nostro territorio che non potrà sicuramente avere effetti positivi”

Profughi, prefetto, sindaci. Parla il vescovo Corrado Pizziolo

Il prefetto di Treviso Laura Lega non sa più dove sbattere la testa per trovare un alloggio ai profughi che continuano ad essere inviati nel territorio della Marca. Venerdì 19 febbraio il prefetto ha convocato i sindaci della provincia ma si sono presentati soltanto in una cinquantina su circa novanta. Mancavano tutti quelli del partito della Lega, che avevano ricevuto l’ordine dal segretario Da Re di non presentarsi. Il prefetto ha avvertito i presenti: «Se non si trova un posto, finiranno nelle strade, diventando un problema per la sicurezza». Si è anche lamentata perché la nostra provincia è “un’anomalia” rispetto ad altre zone del Paese quanto ad accoglienza dei profughi. Ha esortato i sindaci a fare di più, cercando di trovare privati disponibili ad affittare le case vuote. È arrivata perfino a minacciare che, se non si trovano soluzioni, sarà «costretta a requisire gli appartamenti sfitti». Una minaccia che ha scatenato la reazione leghista.

L’accoglienza dei migranti sta creando forti tensioni nelle nostre comunità ma pone anche interrogativi alle coscienze, soprattutto quando si arriva al rifiuto totale e alla ribellione istituzionale come è accaduto venerdì.

Ci siamo rivolti al nostro vescovo Corrado per conoscere la sua valutazione di pastore su questa preoccupante situazione.

Eccellenza, qual è il suo parere su questo recente episodio che ha interessato le istituzioni del nostro territorio? «Non vorrei entrare nel merito su aspetti che esulano dalla competenza del vescovo. Tuttavia mi pare che in questi fatti siano in gioco valori etici importanti che toccano la sostanza del Vangelo. Il Papa ha parlato molto chiaramente durante il suo recente viaggio in Messico proprio della questione degli immigrati. E mi colpisce che tantissime persone che osannano alla figura di papa Francesco e ad alcune I delle cose che dice, siano poi anche quelle che rifiutano categoricamente quanto egli afferma riguardo all’accoglienza di quanti cercano asilo e rifugio. Personalmente sono rimasto impressionato da quanto papa Francesco ha detto qualche giorno fa: “Una persona che pensa soltanto a fare muri e non ponti, non è cristiana. Questo non è nel Vangelo”. Io avrei fatto fatica a dire una frase del genere. Però mi rendo conto che il Papa ha senz’altro ragione. Penso che io non arriverò mai a dire ad una persona: “Tu non sei cristiano”. Non tocca a me dirlo. Ma ricordare che chi costruisce soltanto muri e non si sforza di vedere come sia possibile costruire anche dei ponti, non pensa secondo il Vangelo, questo è assolutamente doveroso ricordarcelo tutti».

In questa vicenda quali sono gli aspetti che toccano valori cristiani? «La cosa che mi stupisce e mi amareggia maggiormente è che l’oggetto di questo conflitto non riguarda dei diritti conculcati o delle norme illegittimamente imposte, ma un valore umano e cristiano da tutti riconosciuto come tale, cioè la solidarietà. Proprio quella solidarietà che tutti i nostri Comuni si onorano di mettere fra i propri obiettivi. Francamente – poi – devo dichiarare la mia sorpresa e il mio grande dispiacere per questa frattura che sta opponendo due istituzioni del nostro ordinamento civile: una gran parte dei sindaci e la prefettura. Personalmente non ricordo nulla di simile: che una parte così considerevole di primi cittadini opponga un rifiuto categorico all’invito di un’altra istituzione fondamentale del nostro vivere civile com’è la figura del prefetto. A mio avviso si tratta di uno strappo del tessuto di leale collaborazione tra istituzioni civili del nostro territorio che non potrà sicuramente avere effetti positivi, ma – almeno a mio modesto parere – solo esiti negativi».

Molte persone, anche mosse da buona volontà, dicono che il problema è troppo complesso e difficile da risolvere. Che ne pensa? «Mi rendo perfettamente conto che l’emergenza costituita dalle continue ondate dei richiedenti asilo non presenta soluzioni facili. Di fronte alle richieste che il prefetto rivolge pressantemente anche alla nostra diocesi devo infatti onestamente riconoscere che ci troviamo noi pure in difficoltà, pur cercando di fare quanto è nelle nostre possibilità. Ma sono anche convinto che se tutti (e non solo poco più di un terzo dei comuni della nostra provincia) si prestassero ad una ricerca condivisa di soluzioni, il peso sarebbe certamente più leggero per tutti. E non dovremmo assistere ad ammassamenti di centinaia di persone negli stessi luoghi. D’altra parte, se ci pensiamo, si tratta di un circolo vizioso: dal momento che queste persone non andiamo a cercarle noi, ma arrivano sia che vogliamo sia che non vogliamo, il rifiuto da parte di molti conduce ad un aumento di presenze nei pochi comuni che li accolgono e soprattutto ad un ammassamento di persone nei luoghi di proprietà dello Stato, come caserme o altre strutture di cui esso può disporre ».

Don Giampiero Moret

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