TREVISO: volontari rotariani in campo per le vaccinazioni
Quasi ottanta degli 11 Club Rotary della provincia
Sono studenti che hanno da poco compiuto 18 anni oppure medici in pensione e professionisti di ogni età: sono i quasi ottanta rotariani degli 11 Club Rotary della Provincia di Treviso ed anche i soci di Interact e Rotaract, le associazioni giovanili promosse dal Rotary International. E con loro ci sono anche i loro congiunti ed amici coinvolti nella "task force" che si è spontaneamente creata anche in provincia di Treviso su invito del Distretto Rotary 2060 (che coordina l'attività dei 92 Club Rotary presenti in Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige/Süd Tirol e Veneto) per offrire supporto volontario alla campagna vaccinale anti Covid 19.
Ai rotariani trevigiani si aggiungono, poi, anche i soci dei Rotary Club di Jesolo, Camposampiero e Pordenone che si sono resi disponibili a offrire il loro servizio nella Marca, garantendo così un impegno continuo nelle sedi vaccinali di Villorba, Ponte di Piave, Casale, Vidor, Riese Pio X e Godega di Sant'Urbano sia come medici, sia come supporto nelle più varie mansioni. Un impegno che ha finora accompagnato alla vaccinazione, in totale sicurezza, oltre 150.000 persone in tutta la Marca, alleggerendo così anche il complesso impegno organizzativo dell'Azienda Ulss 9 di Treviso.
Infatti, grazie a specifici accordi con la Direzione Sanitaria avviati già in gennaio, si è costituita una vera e propria centrale operativa rotariana che risponde ogni giorno alle specifiche richieste dell'Ulss 9, indirizzando i volontari nelle diverse sedi vaccinali per turni di servizio di sei ore dove si rendono disponibili per tutto quanto occorre occupandosi dell'accompagnamento dei vaccinandi al turno per anamnesi, dell'inserimento delle richieste dei caregivers, della consegna dei certificati vaccinali o della semplice sanificazione delle sedute al fianco della Protezione Civile, degli Alpini e delle altre Associazioni impegnate in questo singolare momento storico.
Ma, oltre agli aspetti organizzativi, la parte più rilevante dell'impegno dei volontari risiede nella sensibilità e nell'empatia, poiché sono tutti consapevoli di accompagnare le persone, spesso particolarmente fragili in questa prima fase di campagna vaccinale, ad affrontare un momento tanto atteso ma non per questo privo di timori, nel quale anche offrire una penna per compilare i moduli o un cioccolatino durante le attese, e soprattutto far trasparire un sorriso anche dietro le mascherine, può fare la differenza.
Poiché la campagna vaccinale continuerà ancora a lungo, l'invito ad unirsi alla task force rotariana, anche per chi non è socio Rotary, è sempre valido. Per adesioni e informazioni: westopcovid@rotary2060.org; westopcovid@rotary2060.org.
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