VENETO: i dati sull'economia circolare
Nel Rapporto Statistico della Regione
Con l’espressione “transizione verde” si intende la trasformazione da un sistema produttivo intensivo e non sostenibile dal punto di vista dell'impiego delle risorse, a un modello che invece ha nella sostenibilità ambientale, e di conseguenza sociale ed economica, il proprio punto di forza. Dall’Agenda 2030 dell’ONU, al Green deal europeo, fino al PNRR e la Strategia di Sviluppo Sostenibile il tema della transizione verde è al centro delle strategie.
Affrontare questa tematica viene reso necessario e urgente dai cambiamenti climatici in atto: a partire dalla seconda metà degli anni ’80 i dati rilevati dalle stazioni ARPAV attestano un incremento di oltre 0,5 °C per ogni decennio, mentre l’intensità media annuale delle precipitazioni è aumentata del 5% per ogni decennio. Cambiamenti climatici e inquinamento sono le priorità dell’Europa del Green Deal che punta alla neutralità climatica al 2050, ossia le emissioni di gas serra non dovranno essere superiori alla capacità della terra di assorbirle. L’andamento delle emissioni nella nostra regione dimostra che dopo la crescita fino agli anni 2000, le emissioni di gas climalteranti sono in diminuzione, con una decrescita del 25% circa dal 1990 al 2015.
Nel modello di economia circolare le risorse (input) sono materie “seconde”, ossia prodotti che hanno esaurito la propria utilità e vengono reimpiegati/riutilizzati, oppure sono degli scarti vengono trasformati in risorse per produzioni successive. Il Veneto mostra un buon livello di efficienza nell’utilizzo delle risorse materiali rimanendo appena sotto la media nazionale per il consumo di materiale interno in rapporto alla popolazione (7,6 tonnellate pro capite in Veneto nel 2017, 8,0 a livello nazionale). Oltre a ciò il Veneto mostra un buon indice di recupero: 68% è la percentuale di materia proveniente dalle attività di trattamento del rifiuto urbano reimmessa nel ciclo produttivo industriale, rispetto al totale dei rifiuti prodotti. Questo risulta possibile anche per la presenza di un modello di gestione dei rifiuti urbani efficiente, con una produzione di rifiuti abbastanza contenuta anche considerando il PIL della regione. La raccolta differenziata ha raggiunto la percentuale del 75% confermando il trend positivo degli ultimi anni: un risultato assai rilevante se confrontato con la media nazionale che si attesta al 61% e che permette al Veneto di essere la regione leader in Italia già da alcuni anni.
I settori dell’economia circolare in Veneto realizzano nel 2018 un valore aggiunto di 2 miliardi di euro, pari all’1,2% del PIL (1,1% in Italia), e occupano quasi 48 mila addetti, il 2,8% del totale (2,1% in Italia, 1,7% nella UE). Tra il 2015 e il 2018 il settore è cresciuto del 13,2%, in termini di valore aggiunto.
L’attenzione alla sostenibilità è vivo nelle imprese venete: il 65,4% delle imprese attive venete con 3 e più addetti dichiarano di ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività, a fronte di una quota nazionale del 66,6%.
Del variegato concetto di “sostenibilità” in ambito turistico, viene analizzato il lento ma costante processo di destagionalizzazione dei flussi turistici e la delocalizzazione nei borghi storici bandiere arancioni per il Touring Club, nelle colline del Prosecco patrimonio dell’Umanità UNESCO, nelle ville venete, che stanno registrando un veloce recupero.
Come il turismo, il tema della mobilità viene analizzato dal punto di vista di impatto ambientale; tra gli elementi che stanno emergendo in Veneto vi è l’aumento delle piste ciclabili e lo svecchiamento del parco autobus adibito ai servizi di trasporto pubblico locale.
(fonte: comunicato stampa)
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