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VENETO: il tasso di abbandono scolastico interessa il 10,5% dei ragazzi

La percentuale di Neet nel 2020 è salita al 14,7%

Nel nuovo Rapporto Statistico della Regione Veneto un capitolo è dedicato a istruzione e competenze.

Un’educazione e una formazione inclusiva e di qualità per tutti è il tema strutturale della Missione 4 del PNRR “Istruzione e ricerca” che punta al potenziamento dell’offerta quantitativa e qualitativa dei servizi di istruzione, dagli asili nido alle università, rimuovendo i possibili ostacoli all’accesso al sistema educativo. Anche il Goal 4 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile vuole “assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti” come driver chiave per la crescita, l’occupazione, l’innovazione e la competitività.

E’ già nella prima infanzia che ha inizio il ciclo educativo e di istruzione: potenziare i servizi socio-educativi per questa fascia di età è fondamentale in quanto rappresentano un importante stimolo pedagogico per i bambini, da un lato, e un servizio assistenziale e di sostegno al lavoro femminile dall’altro. Nel 2019 in Veneto il numero di posti negli asili nido è 30,6 ogni 100 bambini 0-2 anni, superiore alla media nazionale (26,9%), ma al di sotto dell’obiettivo fissato dal Consiglio europeo (33%).

Favorire l’accesso all’università, anche tramite il potenziamento dell’orientamento attivo nella transizione dalla scuola, contribuisce a raggiungere l'obiettivo strategico di aumentare il numero dei laureati e garantire condizioni lavorative più favorevoli. Nonostante in Veneto il numero di giovani laureati sia in crescita, il confronto con gli altri Paesi europei vede la nostra regione, come il resto d’Italia, in svantaggio: in Veneto il 30% dei giovani 30-34 anni è laureato (il 28% in Italia) a fronte del 41% della media europea.

Il divario di giovani laureati tra Italia e UE è dovuto anche, sebbene non esclusivamente, alla carenza di offerta di formazione professionale avanzata. In Italia ci sono circa 20 mila iscritti ai corsi di Istruzione tecnica superore (ITS), quando, ad esempio, in Germania sono 800mila e in Francia 600mila. In Veneto i percorsi di specializzazione tecnica post diploma contano circa 2mila iscritti e riescono a garantire all’86% dei diplomati un lavoro a un anno dal diploma.

Tra gli ostacoli che precludono a bambini e ragazzi alcuni percorsi e alcune opportunità vi sono le disparità di genere, che emergono già nell’ambito della scuola superiore e si ripercuotono poi nel mondo universitario. Ad esempio, in Veneto le facoltà scientifiche-tecnologiche (discipline STEM) sono scelte dal 14% delle ragazze e dal 43% dei ragazzi.  

Una delle priorità trasversali del PNRR è anche quella di eliminare tali disparità ampliando le competenze di base e promuovendo la cultura scientifica. Si tratta di un obiettivo imprescindibile soprattutto in vista della transizione digitale a cui è chiamato il nostro Paese.

Per essere inclusiva, la transizione digitale deve avere come prerequisito il raggiungimento delle competenze digitali necessarie ai cittadini per esercitare i propri diritti di cittadinanza on line. In Veneto il 24% della popolazione possiede competenze digitali elevate contro il 33% medio europeo, con un gap di 9 punti di scarto a sfavore delle donne.

Occorre recuperare il potenziale delle nuove generazioni: l’inclusione mancata si riverbera nella povertà educativa e nell’abbandono scolastico prematuro, nonché nell’aumento del fenomeno dei Neet, i ragazzi esclusi sia dal sistema formativo che dal mercato del lavoro.

Il tasso di abbandono scolastico in Veneto interessa il 10,5% dei ragazzi di età 18-24 anni (13,1% in Italia), specie se provenienti da famiglie più svantaggiate; la percentuale di Neet nel 2020 è salita al 14,7%, mantenendosi comunque uno dei valori più favorevoli  tra le regioni italiane (23,3% in Italia).  

Infine, è fondamentale lavorare perché ci sia sempre più corrispondenza tra competenze acquisite lungo il percorso d’istruzione e quelle richieste dal mercato del lavoro. I ripetuti shock subiti dai mercati negli ultimi anni hanno dimostrato come la parola chiave per imprese e lavoratori sia “flessibilità e adattamento”. E’ la prima competenza richiesta dalle imprese venete alla ricerca di candidati da inserire nel proprio organico[1]: 64% è la quota di assunzioni previste per le quali questa competenza è ritenuta di importanza "elevata" nel 2020. Sempre più richieste le green skill (molto importanti per il 37% delle assunzioni previste) e le competenze digitali: la domanda riguarda in maniera trasversale tutti i profili, sia le professioni altamente qualificate che quelle meno.

[1] Dati del Sistema Informativo Excelsior-Unioncamere

(fonte: comunicato stampa)

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