CHIESA: Giornata del migrante e del rifugiato
Domenica 24 settembre. La riflessione di Don Mirko Dalla Torre, direttore Ufficio Migrantes della diocesi Vittorio Veneto
Partire o rimanere nel proprio Paese? È la domanda che tormenta quanti decidono di scegliere la strada dell’emigrazione, sia ieri che oggi, ed è anche il tema della 109^ Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2023, che si celebra questa domenica. Papa Francesco nel suo annuale messaggio per la Giornata ricorda che a tutti dovrebbe essere garantito «un diritto non ancora codificato, ma di fondamentale importanza», quello «a non emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra». Prosegue il Papa: «Migrare dovrebbe essere sempre una scelta libera, ma di fatto in moltissimi casi, anche oggi non lo è».
La terra è casa di tutti gli uomini e tutti hanno il diritto di muoversi, e la libertà di farlo è condizione indispensabile per la libertà delle persone. Essere liberi di muoversi non può essere legato solamente al turismo, a lavori o studi di ricerca, ma il diritto di muoversi liberamente deve essere contemplato anche per emigrare e stabilirsi in altri Paesi.
Siamo all’oscuro dei motivi che spingono tanti uomini e donne ad attraversare il Mediterraneo e ad approdare nelle coste della nostra Italia. Guerre, cambiamenti climatici, sfruttamento delle risorse da parte di Paesi ricchi, carestie, diritti negati... sono solamente alcune delle cause della migrazione verso il nostro Paese. Tutti conosciamo i crimini compiuti nei lager nazisti, ma nessuno condanna ciò che avviene nei centri di partenza dal Maghreb, dove spesso i richiedenti asilo, secondo i racconti dei sopravvissuti, hanno scarso accesso al cibo, all’acqua, alle cure mediche e spesso sono sottoposti a trattamenti brutali, torture, violenze sessuali ed altro.
“Meno partenze, meno vittime in mare” è questo lo slogan politico quando si parla di immigrazione irregolare dalle coste africane. È sempre vero che un minor numero di partenze corrisponde a un minor numero di vittime? Il numero delle vittime della traversata è solamente un dato del fenomeno migratorio e non tiene conto delle morti durante il viaggio fino alle coste libiche. Si pensi che nei primi sei mesi del 2023 sono sbarcati 76 mila migranti e si sono registrate 1.300 vittime durante la traversata: numeri che non si vedevano dal 2017. “Liberi di partire o liberi di restare” sono due diritti fondamentali oggi a rischio, perché si fatica a conoscere - o non si vogliono conoscere - le reali motivazioni che spingono queste persone ad emigrare, come ricorda lo stesso Pontefice nel suo messaggio. Il fenomeno migratorio è un fatto «la cui comprensione esige l’analisi attenta di tutti gli aspetti che caratterizzano le diverse tappe dell’esperienza migratoria, dalla partenza all’arrivo, incluso un eventuale ritorno». Emigrare e ritornare al Paese sono diritti inalienabili della persona umana.
La Chiesa italiana e le associazioni cattoliche sono impegnate a dare un’adeguata risposta al complesso problema del fenomeno migratorio attraverso progetti di assistenza nei Paesi di partenza e di transito dei tanti fratelli e sorelle costretti a migrare. Mons. Pierpaolo Felicolo, direttore della Fondazione Migrantes ne delinea l’attività: «Una campagna che oltre ad agire sul fronte culturale, ha sostenuto l’educazione e la formazione (anche professionale), l’informazione in loco, i settori sociale e sanitario, l’inserimento lavorativo e l’accompagnamento di chi ha scelto volontariamente di tornare in Patria». E ancora: «Il cammino intrapreso dalla Chiesa italiana sul tema delle migrazioni nel nostro Paese ci impegna a sviluppare, come Fondazione Migrantes, una cultura dell’incontro, della tutela e della promozione del mondo dei migranti, liberi di partire e liberi di vivere nella propria terra. Una libertà che dobbiamo accompagnare».
Per quanto riguarda la nostra Chiesa diocesana, essa è attenta alle comunità cattoliche di origine immigrata che stanno crescendo in numero, accanto e insieme alle altre comunità diocesane. Il nostro vescovo Corrado, da attento Padre e premuroso Pastore, consapevole delle difficoltà causate dall’emigrazione, incoraggia le comunità cattoliche di madrelingua a continuare a vivere la fede cristiana nel nostro territorio diocesano. Per questo la nostra diocesi accoglie dei preti per il servizio pastorale alle comunità migranti. Don Gheorghe Liviu Mariam per la Comunità romena cattolica di rito orientale; don Melkizedeck Addai per la Comunità ganese; padre Beppe Pierantoni per la Comunità filippina; don Nicivaldo De Oliveira Evangelista per la Comunità brasiliana. In questi giorni sarà presente in diocesi anche don Anton Kodrari, coordinatore nazionale per le Comunità albanesi.
Don Mirko Dalla Torre Direttore Ufficio Migrantes diocesi Vittorio Veneto
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