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DIOCESI: una commissione per la tutela dei minori

Istituita dal vescovo Corrado, in ottemperanza alle direttive di papa Francesco 

DIOCESI: una commissione per la tutela dei minori

Nella giornata di san Tiziano, lo scorso 16 gennaio, come già pubblicato su L'Azione, il vescovo Corrado Pizziolo ha ufficialmente nominato per il quinquennio 2020-2025 il dottor Claudio Penco “referente diocesano per la tutela dei minori” (Rdtm). Verrà coadiuvato da un’equipe di esperti composta da Stefania Chies, Manuela Nascinben, Antonio Foiadelli, don Andrea Sech, Valerio Vendrame, Francesca Zabotti e Piergianna Carnelos.

La creazione di questo gruppo di lavoro, che fa capo al dott. Penco, è l’attuazione pratica nella diocesi di Vittorio Veneto – come pure nelle altre diocesi italiane – delle indicazioni che si trovano nella lettera apostolica in forma di Motu Proprio “Vos estis lux mundi” (“Voi siete la luce del mondo”, ndr), datata il 7 maggio 2019, nella quale Papa Francesco ribadisce con forza che “i crimini di abuso sessuale offendono il Signore, causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli” ed auspica che “siano adottate a livello universale procedure volte a prevenire e contrastare questi i crimini che tradiscono la fiducia dei fedeli”.

Impulso all’istituzione dell’equipe è venuto anche dalla lettera circolare della Congregazione per la dottrina della fede, del 3 maggio 2011, e dalle “Linee guida per la tutela di minori e delle persone vulnerabili” del 24 giugno 2019 della Conferenza episcopale italiana. Come a dire che è tutta la Chiesa - e tutte le diocesi italiane - che si sta impegnando per adottare misure volte a prevenire e contrastare questo tipo di crimini.

«Ci siamo impegnati – afferma il vescovo Pizziolo – ad applicare le indicazioni che ci vengono da Papa Francesco, dalla Congregazione e dalla Conferenza Episcopale Italiana. Non solo per eseguire una direttiva, ma perché siamo convinti che le indicazioni date siano opportune e necessarie. Si tratta ora di capire come far funzionare in modo adeguato questa piccola struttura. Soprattutto nell’ambito della prevenzione e quindi della formazione. Se degli abusi ci sono stati, è certamente per la debolezza umana che caratterizza tutte le persone, anche i ministri ordinati, ma anche perché certi comportamenti sono stati sottovalutati nelle loro negative conseguenze sulla vita delle persone». La sensibilità attuale e le evidenze scientifiche hanno svelato la gravità di questo genere di crimini ed è importante che ciò venga riconosciuto nel modo più ampio possibile a tutti i livelli. «Inoltre la costituzione, grazie a questa equipe, di un punto di ascolto per la tutela dei minori – conclude il vescovo – risponde inoltre all’esigenza di dare la possibilità di parola a persone che hanno vissuto (o che vivono) esperienze negative - cioè di violenza o di abuso - in ambienti legati direttamente o indirettamente alla Chiesa cattolica».

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