FRANCESCO: "Chi guarda alla ricompensa del mondo non trova mai pace"
Così nell'omelia della messa del mercoledì delle Ceneri
“Può sorprendere, ma nel Vangelo di oggi la parola che ricorre più volte è ricompensa”. A sottolinearlo è il Papa, nell’omelia preparata per la Messa a Santa Sabina, letta dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, che presiede la celebrazione eucaristica con il rito di benedizione e imposizione delle Ceneri. “C’è infatti in noi, nel nostro cuore, una sete, un desiderio di raggiungere una ricompensa, che ci attira e muove ciò che facciamo”, l’analisi di Francesco: “Il Signore distingue però due tipi di ricompensa a cui può tendere la vita di una persona: da un lato c’è la ricompensa presso il Padre e dall’altro la ricompensa presso gli uomini. La prima è eterna, è quella vera, definitiva, è lo scopo del vivere. La seconda, invece, è transitoria, è un abbaglio a cui tendiamo quando l’ammirazione degli uomini e il successo mondano sono per noi la cosa più importante, la maggiore gratificazione. Ma è un’illusione: è come un miraggio che, una volta raggiunto, lascia a mani vuote”. “L’inquietudine e la scontentezza sono sempre dietro l’angolo per chi ha come orizzonte la mondanità, che seduce ma poi delude”, il monito del Papa, secondo il quale “chi guarda alla ricompensa del mondo non trova mai pace e nemmeno sa promuovere la pace. Perché perde di vista il Padre e i fratelli”. “È un rischio che corriamo tutti”, il commento di Francesco: “per questo Gesù ci avverte: ‘State attenti’. È come se dicesse: ‘Avete la possibilità di godere un’infinita ricompensa, una ricompensa senza pari: badate perciò di non lasciarvi abbagliare dall’apparenza, inseguendo ricompense da quattro soldi, che vi muoiono in mano’”.
“Facciamo una diagnosi delle apparenze che ricerchiamo; proviamo a smascherarle. Ci farà bene”. È l’invito del Papa. “Guardarci dentro, per vedere le nostre ipocrisie”, l’esortazione di Francesco, secondo il quale “le ceneri mettono in luce il nulla che si nasconde dietro l’affannosa ricerca delle ricompense mondane. Ci ricordano che la mondanità è come polvere, che viene portata via da un po’ di vento”. “Non siamo al mondo per inseguire il vento; il nostro cuore ha sete di eternità”, l’affermazione del Papa: “La Quaresima è un tempo donatoci dal Signore per tornare a vivere, per essere curati interiormente e per camminare verso la Pasqua, verso ciò che non passa, verso la ricompensa presso il Padre. È un cammino di guarigione. Non per cambiare tutto dall’oggi al domani, ma per vivere ogni giorno con uno spirito nuovo, con uno stile diverso”. “A questo servono la preghiera, la carità e il digiuno”, ricorda Francesco: “Purificati dalle ceneri quaresimali, purificati dall’ipocrisia dell’apparenza, ritrovano tutta la loro forza e rigenerano un rapporto vivo con Dio, con i fratelli e con sé stessi. La preghiera umile, fatta nel segreto, nel nascondimento della propria camera, diventa il segreto per far fiorire la vita all’esterno. È un dialogo caldo di affetto e di fiducia, che consola e apre il cuore. Soprattutto in questo tempo di Quaresima, preghiamo guardando il Crocifisso: lasciamoci invadere dalla commovente tenerezza di Dio e mettiamo nelle sue ferite quelle nostre e del mondo”.
(fonte: Agensir)
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