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GIUSEPPE TONIOLO: Profeta e simbolo di un'economia per l'uomo

Una riflessione sull'insigne economista, a cinquant'anni dalla sua lezione fondamentale all’Università di Padova (5 dicembre 1873)

Parole chiave: Toniolo (30), IBT (4), Pieve di Soligo (5), economia (11), dottrina sociale della Chiesa (2)
GIUSEPPE TONIOLO: Profeta e simbolo di un'economia per l'uomo

“Università di Padova, 5 dicembre 1873. Giuseppe Toniolo, ventotto anni, è un professore che inizia trepidante la sua carriera accademica con una “prelezione” per la libera docenza di economia politica. Tema: “Dell’elemento etico quale fattore intrinseco delle leggi economiche” Parla a un qualificato uditorio che registra la presenza di professori come Angelo Messedaglia e Luigi Luzzatti, suoi ex docenti, che egli venera come maestri. Quanto basta perché dal loro ascolto, egli si senta insieme onorato e preoccupato. Sarà all’altezza delle loro attese?”. Esordisce così Domenico Sorrentino nel suo recente, prezioso volume “Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo. Una rilettura sistematica” (Vita e Pensiero, 2021), ricordando il contributo dottrinale che rimarrà fondamentale per tutto il percorso scientifico dell’insigne sociologo ed economista cattolico, manifestato esattamente nell’occasione di 150 anni fa.

Il giovane Toniolo sarà sicuramente all’altezza di questo arduo compito, come dimostrerà allora e come testimonierà con il suo “pensiero - azione” lungo tutte le fasi della sua esistenza. Al primo posto, dunque, la visione di un’economia umana, che - come sosteneva il Toniolo nella sua lezione attualissima e lungimirante di un secolo e mezzo orsono - “contribuisca più efficacemente alla soluzione del grande problema del secolo nostro, che è quello di conciliare i nuovi sistemi industriali e la nuova vita economica da cui dipendono le ragioni dell’utile, col rispetto e il rinnovamento dei sentimenti etici da cui dipendono i destini, il decoro e la pace della società”. Tutto dunque inizia con la famosa lezione nelle aule dell’Università patavina, che contiene “in nuce” quello che sarà lo straordinario magistero del futuro beato, cristiano laico che credeva e agiva per una “società di santi”, primo economista salito agli onori degli altari con la beatificazione avvenuta a Roma nella basilica di San Paolo fuori le Mura il 29 aprile 2012.

Oggi, Giuseppe Toniolo? Certo. A oltre 105 anni dalla sua morte, avvenuta a Pisa il 7 ottobre 1918, la grande attualità del “pensiero-azione” dell’insigne professore di economia politica risalta con particolare rilievo nella vita della Chiesa e del Paese.

Il pensiero e l’azione di un protagonista della storia della Chiesa e del Paese. Nato a Treviso il 7 marzo 1845, formatosi a Venezia, laureato in giurisprudenza a Padova, docente universitario di economia politica per quarant’anni a Pisa, sepolto nel Duomo di Pieve di Soligo, il beato è modello riconosciuto di virtù umane e cristiane. “Voglio farmi santo” era il suo intento di vita, sin da giovanissimo. Il suo diario spirituale è specchio e conferma di questo impegno quotidiano, nella vita di sposo, padre, docente universitario ed educatore dei giovani, animatore instancabile e guida autorevole del movimento cattolico tra fine ‘800 e inizi ‘900, teorico del primato dell’etica in economia, della cooperazione e della solidarietà sociale, consulente di Leone XIII per l’enciclica “Rerum Novarum” del 1891, guida e riformatore di Azione Cattolica e presidente dell’Unione Popolare, fondatore di riviste e studi internazionali e delle Settimane Sociali (Pistoia, 1907), sostenitore della nascita dell’Università Cattolica e di un futuro “Istituto cattolico di diritto internazionale” per la pace (1917).

Un nuovo modello per la vita buona della società. Primato della persona e dei corpi intermedi; alleanza tra capitale, impresa e lavoro; mutualità e cooperazione; una riforma sociale in cui prevalgono l’etica, la giustizia e lo spirito cristiano sulle leggi rigide dell’economia come “dottrina dei bilanci del dare e dell’avere”, superando sia l’individualismo utilitarista, sia il collettivismo materialista; una visione complessiva di democrazia sociale ordinata secondo i principi della sussidiarietà e dal bene comune; i percorsi ispirati della pace e della cooperazione internazionale, temi tutti di drammatica attualità nello scenario mondiale odierno. Sono le intuizioni anticipatrici e gli obiettivi concreti del Toniolo, le antiche e nuove vie delladottrina sociale della Chiesa, che oggi mettono al primo posto l’importanza della cultura del dono, il ruolo dell’economia civile, l’esigenza di un modello di sviluppo più umano, giusto e solidale a livello planetario, contro le logiche dell’economia senza volto, dello strapotere delle oligarchie tecnologiche e finanziarie, della disumanizzazione del lavoro; la salvaguardia del creato come “casa comune” e bene universale.

150 anni fa Toniolo aveva visto giusto, aveva guardato lontano, e nel nostro tempo sentiamo ancora vivissime e irrisolti le sue inquietudini e il suo impegno rigoroso e generoso di fronte alle ingiustizie patite dal proletariato della terra e degli opifici di allora. Un esempio concreto e innovativo di questa sua azione illuminata di riforma economica e sociale? La Latteria Soligo, con gli statuti firmati proprio dal Toniolo, agli albori di una cooperativa che proprio in questo 2023 ha celebrato i 140 anni dalla sua fondazione.

Toniolo santo, simbolo di una economia umana per il XXI secolo. Maestro nella nostra epoca perché testimone autorevole, coerente e credibile nel suo tempo, come direbbe papa San Paolo VI, Giuseppe Toniolo si candida a divenire un simbolo autentico di una nuova dottrina dell’umano in campo economico e sociale. Lo è sempre stato, in effetti, ma la sua beatificazione ha finalmente allontanato il rischio della possibile dissipazione di questa magnifica eredità, ma anche dei ritardi e delle distrazioni da parte di alcune cerchie di intellettuali, portando all’attenzione del popolo cristiano e della cultura contemporanea lo straordinario apporto scientifico e vitale di questo protagonista autentico della storia del movimento cattolico.

La parrocchia e la città di Pieve di Soligo, nella diocesi di Vittorio Veneto, hanno il dono e la responsabilità di custodire le reliquie tonioliane nel Duomo di Santa Maria Assunta e di aver contribuito con lungo percorso di fede, di devozione popolare e di impegno culturale, e pure con miracolo della guarigione di Francesco Bortolini per intercessione del Toniolo, alla conoscenza, alla valorizzazione e alla stessa beatificazione dell’insigne docente trevigiano. D’altronde, proprio Giuseppe Toniolo aveva manifestato il desiderio di essere sepolto a Pieve di Soligo, luogo di origine dell’amata consorte Maria Schiratti e da lui stesso ben conosciuto e frequentato, cosicché “gli umili verranno a deporre un “requiem” sulla mia tomba”, come egli diceva. Ora si tratta di rafforzare l’impegno di tutti i soggetti ecclesiali coinvolti per poter giungere a quel nuovo miracolo che porterebbe al felicissimo traguardo della canonizzazione del Toniolo, così come auspicato anche nella recente riunione del comitato nazionale presieduto dall’arcivescovo Domenico Sorrentino, presenti anche il Vescovo Corrado Pizziolo e la rappresentanza dell’Istituto Diocesano Beato Toniolo.

L’intuizione anticipatrice di una economia autenticamente umana, che era nella mente e nel cuore del beato Toniolo alle origini della sua missione di uomo e di docente, esattamente 150 anni fa, possa motivare un rinnovato e instancabile impegno di consapevolezza, comunicazione e condivisione della bellezza e dell’attualità della sua opera e del suo esempio, per donare simboli, riferimenti e buone notizie all’umanità smarrita del nostro tempo.

Marco Zabotti, direttore scientifico "Istituto Diocesano Beato Toniolo. Le vie dei Santi"

(Foto: Cerimonia di beatificazione del Toniolo a Roma nel 2012)

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