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Il messaggio di Natale del vescovo Pizziolo: “La misericordia guarisca e liberi la nostra vita”

Attenzione particolare ai profughi che fuggono come Gesù dai re Erode di oggi.

Il messaggio di Natale del vescovo Pizziolo: “La misericordia guarisca e liberi la nostra vita”

Cari fratelli e sorelle,

            abbiamo da poco aperto le porte giubilari dell'Anno santo della misericordia. Le feste natalizie che ci apprestiamo a celebrare segnano una profonda continuità con questo evento. Come ci ricorda il Papa, l'amore misericordioso di Dio si è reso visibile e tangibile proprio nella concreta storia di Gesù: la sua persona non è altro che amore, un amore che si dona gratuitamente. Tutto in lui parla di misericordia. E questo è vero già fin dall'inizio della sua vita terrena, quando egli viene a condividere la nostra esistenza nascendo in una stalla, "perché per loro, in casa, non c'era posto".

            Gesù ha voluto condividere, fin dall'inizio della sua vita, la condizione di fragilità e di debolezza di gran parte dell'umanità. La sua misericordia si rivela, in queste feste natalizie, proprio come condivisione totale del destino di ogni uomo, specialmente dei più poveri e bisognosi. Colpisce non solo la sua nascita nell'estrema povertà, ma anche il fatto che egli abbia dovuto vivere quell'esperienza che in questo momento tante persone sono costrette a subire, quella cioè di dover abbandonare in fretta la propria patria per andare profughi in altre terre. Gesù bambino e la sua famiglia, ricercati da Erode che voleva sbarazzarsi di ogni possibile rivale, hanno dovuto fuggire dalla Palestina e rifugiarsi in Egitto, proprio come dei profughi.

            Celebrando il mistero del Natale non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questi aspetti della vita di Gesù. Se egli è il volto concreto della misericordia del Padre, dobbiamo anzitutto accogliere con fede il dono di amore che in lui si rivela e si offre a noi, ma, nello stesso tempo, siamo invitati a far nostra la misericordia che egli manifesta: siate misericordiosi come misericordioso il Padre vostro che è nei cieli.

            Molti di noi vivranno in questi giorni il sacramento della penitenza. È uno dei luoghi privilegiati in cui la misericordia di Dio si fa vicina alla nostra vita di poveri peccatori. Riconoscendo con umiltà il nostro peccato e affidandoci all'amore misericordioso di Dio, noi concretamente lasciamo che questa misericordia guarisca e liberi la nostra vita. Proprio l'esperienza di questa misericordia spingerà poi ciascuno di noi a diventare lui stesso misericordioso, capace di accorgersi dei bisogni dei fratelli e di farsi loro vicino, diventando loro "prossimo".

            A Natale, per tradizione, siamo tutti portati ad aprire un po' di più il nostro cuore a quanti vivono situazioni di sofferenza e di bisogno. Quest'anno dobbiamo sentirci spinti a far questo in modo tutto particolare, attraverso il compimento di quelle opere di misericordia corporale e spirituale che il Papa insistentemente ci suggerisce: dar da mangiare agli affamati... accogliere i forestieri... visitare gli ammalati... consolare gli afflitti...

            Mentre formulo i più sentiti e cordiali auguri di un Santo Natale e di un sereno anno nuovo a ciascuno di voi, cari fratelli e sorelle, esprimo il mio augurio che - anche grazie al Giubileo straordinario - la celebrazione di questo Natale promuova dentro il cuore di ognuno di voi un'autentica esperienza di misericordia, e quindi di pace: con Dio e con i fratelli. Come ben sappiamo, è proprio questo il modo più vero e autentico per celebrare la nascita di Gesù.

 

Benedicendovi di cuore, vi saluto tutti con grande affetto.

 

+ Corrado Pizziolo

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