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La nuova sfida di Caritas diocesana di Vittorio Veneto: provare a creare lavoro. Malgrado la burocrazia.

25 centri di distribuzione di alimenti viveri e mobili, 47 persone accolte in appartamenti e case, 229 volontari nei centri d'ascolto: i numeri dell'assemblea di domenica 14 a Conegliano

La nuova sfida di Caritas diocesana di Vittorio Veneto: provare a creare lavoro. Malgrado la burocrazia.

9600 borse di generi alimentari consegnate a persone in difficoltà; 16500 forniture di vestiti, 4000 di mobili. Grazie a 25 centri di distribuzione.

47 persone, di cui 15 bambini e ragazzi, accolte, ad oggi, in 11 appartamenti e case, a Motta di Livenza, Codognè, Conegliano, Colle Umberto, Vittorio Veneto.

72 persone – i cosiddetti profughi - accolti da Caritas a Vittorio Veneto da maggio in poi. Attualmente sono 11. 42 minori sostenuti a distanza in Benin, Bulgaria e Mali

8 le borse di studio per studenti, in Palestina e Ruanda, grazie al Fondo Don Milani.

11 centri d'ascolto foraniali che contano su 229 volontari e altri 9 centri d'ascolto gestiti da gruppi di parrocchie (unità pastorali o foranie).

Sono alcuni dei numeri dell'attività 2013 della Caritas della diocesi di Vittorio Veneto, che conta su 333 mila abitanti e 48 Comuni: la Sinistra Piave trevigiana e porzioni delle province di Belluno, Pordenone e Venezia.

I dati arrivano dall'assemblea Caritas di domenica 14 settembre 2014 a Conegliano, con 90 operatori e volontari a confrontarsi, con interventi a decine, con il direttore Caritas don Roberto Camilotti e il vescovo mons.Corrado Pizziolo, sul tema dei centri d'ascolto.

VORREMMO DARE LAVORO!

Caritas diocesana ha presentato il bilancio 2013. Una delle voci più importanti sono i 184 mila euro investiti  per il progetto “5 pani 2 pesci”, che negli ultimi 3 anni ha dato ad oltre 600 persone un sostegno economico in cambio dell'impegno in servizi lavorativi legati a Caritas o enti ad essa vicini. Con “5 pani e 2 pesci” Caritas vorrebbe e potrebbe fare di più: ma, come hanno denunciato alcuni dei volontari, nel cercare di procurare una lavoro alle persone bisognose ci si scontra con le difficoltà della burocrazia e le complicazioni delle leggi. Un'altra via: ci sono centri d'ascolto che hanno avviato piccoli corsi di formazione per persone senza lavoro. O che attraverso “5 pani e 2 pesci” organizzano servizi di assistenza domiciliare a persone con disabilità. Serve creatività, insomma. “Noi di Caritas – ha esortato il direttore - siamo chiamati a diventare pro-creatori di lavoro con modalità nuove. Credo che lo Spirito di Dio possa servirsi di noi per creare lavoro”.

Circa 135 mila euro sono stati impiegati per l'accoglienza nelle strutture, il sostegno alle famiglie in difficoltà, ad esempio bollette ed affitti, e altri servizi caritativi. Di 32 mila euro i prestiti d'onore erogati.

I POVERI HANNO MOLTO DA INSEGNARCI

Come ha ribadito il direttore don Roberto Camilotti nella sua relazione, Caritas non si ferma e non si limita all'aiuto immediato e materiale.  E non si tratta solo di dare, bensì anche di ricevere. “Chidi noi è davvero convinto, ed ha l'umiltà di riconoscerlo, che i poveri hanno molto da insegnarci?”, la domanda lanciata dal direttore.

Questi ha ribadito anche l'importanza del lavoro in rete con le altre istituzioni pubbliche e private.

La nuova sfida di Caritas diocesana di Vittorio Veneto: provare a creare lavoro. Malgrado la burocrazia.
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