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PAPA FRANCESCO: “Chi può fermare la guerra senta il grido di pace dell’umanità”

Lo ha detto oggi all'udienza del mercoledì

PAPA FRANCESCO: “Chi può fermare la guerra senta il grido di pace dell’umanità”

“Vi chiedo di perseverare nella preghiera incessante per la pace. Tacciano le armi, affinché quelli che hanno il potere di fermare la guerra, sentano il grido di pace dell’intera umanità!”. È l’ennesimo appello per la pace in Ucraina, lanciato dal Papa al termine dell’udienza di oggi, durante i saluti ai fedeli di lingua portoghese. “Vi chiedo scusa perché vi saluterò seduto, perché questo ginocchio non finisce di guarire e non posso essere in piedi tanto tempo. Scusatemi per questo”, le parole pronunciate dal Papa al termine dell’udienza di oggi, svoltasi in piazza San Pietro e dedicata al rapporto tra suocera e nuora, sulla scorta del libro di Rut. Come era già accaduto mercoledì scorso, durante la prima udienza tornata dall’Aula Paolo VI in piazza San Pietro, Francesco era arrivato alla sua postazione al centro del sagrato a bordo della papamobile.

La catechesi odierna è cominciata con l’invito a riscoprire il “piccolo libro” di Rut, che per il Papa “contiene anche un prezioso insegnamento sull’alleanza delle generazioni: dove la giovinezza si rivela capace di ridare entusiasmo all’età matura – questo essenziale, quando la giovinezza ridà entusiasmo agli anziani –  la vecchiaia si scopre capace di riaprire il futuro per la giovinezza ferita”. La storia del rapporto tra Rut e Noemi comincia con un atto d’ amore di Noemi, che incoraggia le sue due nuore, vedove ma ancora giovani, a rifarsi una vita tornando nelle loro famiglie. Ma Rut non vuole andarsene da casa sua, e così si stabilisce un legame tra suocera e nuora “benedetto da Dio” e dunque fecondo per entrambe. “In certi casi, la tendenza dei vecchi al pessimismo ha bisogno di essere contrastata dalla pressione affettuosa dei giovani”, ha osservato Francesco: “Noemi, commossa dalla dedizione di Rut, uscirà dal suo pessimismo e addirittura prenderà l’iniziativa, aprendo per Rut un nuovo futuro. Istruisce e incoraggia Rut, vedova di suo figlio, a conquistarsi un nuovo marito in Israele. Booz, il candidato, mostra la sua nobiltà, difendendo Rut dagli uomini suoi dipendenti. Purtroppo, è un rischio che si verifica anche oggi”. ”Il nuovo matrimonio di Rut si celebra e i mondi sono di nuovo pacificati”, ha proseguito il Papa: “Le donne di Israele dicono a Noemi che Rut, la straniera, vale ‘più di sette figli’ e che quel matrimonio sarà una benedizione del Signore. Noemi, che era piena di amarezza e diceva che il suo nome era ‘amarezza’, rivive e nella sua vecchiaia conoscerà la gioia di avere una parte nella generazione di una nuova nascita”. “Guardate quanti miracoli accompagnano la conversione di questa anziana donna!”, ha esclamato Francesco: “Lei si converte all’impegno di rendersi disponibile, con amore, per il futuro di una generazione ferita dalla perdita e a rischio di abbandono”.

“Oggi la suocera è un personaggio mitico”, ha attualizzato a braccio il Papa: “Non dico che la pensiamo come il diavolo, ma sempre la si pensa in brutta figura”. ha proseguito  Francesco a braccio: “no, è la mamma di tuo marito, di tua moglie”. “La suocera quanto più è lontana, meglio è”, il “sentimento diffuso” da contrastare: “no, è madre, è una persona anziana, e una delle cose più belle delle donne è vedere i nipotini. Quando i figli hanno dei figli, rivivono”. “Guardate bene il rapporto che avete con le vostre suocere”, l’invito ancora a braccio: “Aì, alle volte sono un po’ speciali, ma ti hanno dato la maternità del coniuge, ti hanno dato tutto. Almeno farle felici, che portino avanti la vecchiaia in modo felice”. “Se hanno qualche difetto, lo correggano”, la raccomandazione per le suocere: “State attente alla lingua, voi suocere, è uno dei difetti più brutti”.

L’esempio da seguire è quello del rapporto che si è instaurato tra Rut e Noemi:” I fronti della ricomposizione sono gli stessi che, in base alle probabilità disegnate dai pregiudizi di senso comune, dovrebbero generare fratture insuperabili”. Invece, “la fede e l’amore consentono di superarli”, ha spiegato il Papa: “la suocera supera la gelosia per il figlio proprio – che è un pericolo, la gelosia della suocera per il proprio figlio – amando il nuovo legame di Rut; le donne di Israele superano la diffidenza per lo straniero, e se lo fanno le donne, tutti lo faranno; la vulnerabilità della ragazza sola, di fronte al potere del maschio, è riconciliata con un legame pieno d’amore e di rispetto. E tutto questo perché la giovane Rut si è ostinata ad essere fedele a un legame esposto al pregiudizio etnico e religioso”.

“Se i giovani si aprono alla gratitudine per ciò che hanno ricevuto e i vecchi prendono l’iniziativa di rilanciare il loro futuro, niente potrà fermare la fioritura delle benedizioni di Dio fra i popoli”, l’auspicio finale.  “Mi raccomando”, ha concluso Francesco a braccio : ”che i giovani parlino con i nonni, con i vecchi, che i vecchi parlino con i giovani: questo ponte dobbiamo stabilirlo forte, lì c’è una corrente di salvezza e di felicità. Che il Signore ci aiuti, facendo questo, a crescere in armonia nelle famiglie, quell’armonia costruttiva che va dai più vecchi ai più giovani, quel ponte bello che noi dobbiamo custodire e guardare”.

(Agensir - foto SIR/Marco Calvarese)

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