Il miracolo della nascita ci apra alla tenerezza
L'editoriale del direttore de L'Azione don Alessio Magoga.
A volte si gioisce per le cose belle che accadono nella propria vita. Altre volte si gioisce per quelle che accadono nella vita delle persone che ci è dato di incontrare e di conoscere. Questi incontri in realtà non avvengono mai per caso, ma recano sempre con sé un significato e hanno qualcosa da dirci. E in questo tempo di Avvento, che ci prepara a celebrare la nascita di Gesù bambino, mi vien da pensare in modo particolare a due “natività”. Innanzi tutto a quella di due giovani sposi – davvero giovani per gli standard di oggi perché non sono nemmeno trentenni – che proprio in questi giorni, con un discreto anticipo rispetto ai tempi prestabiliti, sono diventati mamma e papà per la seconda volta. Il piccolo – il loro secondogenito – aveva davvero fretta di nascere: era impaziente di vedere che cosa ci fosse di così interessante qui fuori. Ma penso anche ad altri due sposi, un po’ più maturi, che dopo diversi anni di attesa finalmente proprio in questi giorni hanno ricevuto anch’essi il dono più grande: quello di un figlio. Come succede o è successo per altre coppie, anche il loro è stato un percorso difficile e sofferto che sembrava dover escludere ogni possibilità di generazione. E invece è accaduto l’imprevedibile. Provocati dall’intuizione che “c’è sempre una possibilità per l’amore”, i due sposi hanno vissuto il fragile e incerto inizio della maternità – arrivata in modo tanto inatteso – con trepidazione. Si sono aggrappati a quella flebile possibilità e hanno affrontato i giorni della gravidanza, che trascorrevano davvero lentamente uno dopo l’altro, con timore grande ma anche con una viva speranza.
Una speranza sostenuta dalla preghiera personale che poi via via è diventata – fatto davvero singolare per la loro storia! – preghiera di coppia. Una speranza sostenuta anche dall’affetto, dalla vicinanza e dalla preghiera di tante altre persone, che hanno protetto e fatto da grembo accogliente a questo bimbo che stava bussando in modo sempre più deciso per entrare nel mondo. Certo, sia per una coppia sia per l’altra ora si aprono nuove sfide, nuovi impegni e nuove fatiche: le notti insonni, la gestione nuova della vita di coppia, coordinare i tempi del lavoro, la responsabilità dell’educazione (“generare è educare” ci ricorda papa Francesco)… Ma la gioia perché è venuto al mondo un bimbo aiuta sia le mamme e sia i papà a tirar fuori le migliori energie. Sì, anche i papà. Perché se è vero che sono le donne a portare il peso della gravidanza e a dover far fronte in prima persona alla novità della nuova vita che prende “corpo” in loro, forse non si sottolinea a sufficienza il ruolo decisivo degli uomini che fanno da “mariti”, cioè sanno stare a fianco della propria moglie, sostenendola con la propria vicinanza e con il proprio amore. E sanno fare da “padri”, imparando – in tempi rapidissimi – a tenere in braccio con tenerezza infinita quel tesoro immenso che è il proprio bambino. Papa Francesco non manca di raccomandare la strada della tenerezza. Lo ha fatto anche recentemente in un’intervista rilasciata ad un settimanale belga, parlando dei preti: “Abbiano tenerezza. I sacerdoti non abbiano vergogna di avere tenerezza. Accarezzino il sangue sofferente di Gesù. Oggi c’è bisogno di una rivoluzione della tenerezza in questo mondo che patisce la cardiosclerosi”. Questo appello alla tenerezza vale per tutti: preti e laici, uomini e donne, mamme e papà, giovani e meno giovani... Il miracolo della nascita di Gesù e i miracoli quotidiani di cui siamo grati testimoni ci rendano più sensibili e aprano anche il nostro cuore alla “rivoluzione della tenerezza”.
don Alessio Magoga
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