Editoriale
stampa

Sanremo, non solo canzonette...

L'editoriale del direttore don Alessio Magoga.

Sanremo, non solo canzonette...

“Una vita in vacanza. Una vecchia che balla. Niente nuovo che avanza…”. Il ritornello della simpatica canzone classificatasi al secondo posto a Sanremo, la kermesse canora che si è conclusa ormai due settimane fa, sembra quasi una fotografia della condizione dell’Italia di oggi. Lo Stato Sociale, il gruppo costituito da cinque giovani bolognesi che ha interpretato la canzone, sembra aver dato voce a quello che bolle in pentola nella nostra società. Facendo espliciti riferimenti, il gruppo bolognese ha voluto con sprezzante ironia denunciare l’idolatria e – al tempo stesso – la precarietà del lavoro di oggi, soprattutto per i giovani, che si vedono costretti a cambiare più volte mestiere o ad inventarsi professioni le più improbabili. Il mercato del lavoro è saturo – sembra suggerire la canzone – perché non c’è “niente di nuovo che avanza” e i posti sono già occupati da altri.

La ballerina Paddy Jones che compare sul palco ad un certo punto – “la vecchia che balla” della canzone – è sì assolutamente esemplare (84 anni e un’agilità invidiabile!), ma al tempo stesso lascia un senso di malinconia. Cosa significa quella presenza? Bisogna continuare a lavorare fino a quell’età perché in futuro non ci sarà la copertura della pensione? Oppure non ci sono opportunità lavorative per i giovani perché queste sono già occupate – e tenute ben strette – dalle generazioni precedenti? Oppure, ancora, quell’attempata e sgambettante ballerina è simbolo di una società in costante e progressivo invecchiamento? I dati Istat relativi al 2017, pubblicati poche settimane fa, rivelano impietosamente che in Italia ci sono sempre meno nascite e che l’età media continua ad alzarsi: siamo arrivati a quota 45 anni, mentre l’Africa ad esempio si attesta sui 18. La società italiana quindi invecchia, mentre tra nati e morti la differenza è di 183 mila unità (in meno). Quello del 2017 è il terzo valore negativo mai registrato nella storia italiana: gli altri due record negativi sono stati raggiunti durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1917 e nel 1918.

Insomma ci sono sul piatto problemi da affrontare davvero impegnativi: denatalità, lavoro precario, società che invecchia, sistema pensionistico a rischio… solo per citarne alcuni. Verrebbe da dire che sarebbe meglio prendersi una pausa: “una vita in vacanza”, come suggerisce la canzone, alla ricerca di “libertà e tempo perso” dove non c’è “nessuno che buca i palloni” (così il testo “modificato”, cantato dai piccoli dell’Antoniano che hanno accompagnato lo Stato Sociale nella penultima serata). Ma – lo sappiamo – non si può: i problemi vanno affrontati. Che una canzone li faccia intravedere forse è già tanto: non si può chiederle di più. Le soluzioni vanno trovate in altre sedi. Penso alla politica, certamente, ma non solo...

Tuttavia le canzoni possono farci pensare e possono anche provare a infonderci speranza e coraggio, come la canzone di Ermal Meta e Fabrizio Moro, che ha vinto a Sanremo: “Non mi avete fatto niente”. Oppure possono ricordarci che è “adesso” – il titolo della canzone di Diodato e Roy Paci, forse non apprezzata come meritava – “tutto quello che avremo”. Per questo bisogna trovare “il coraggio di vivere tutto per davvero, senza rincorrere un altro miraggio”, “alzando la testa dai cellulari” e tornando “davvero a parlare, senza il bisogno di una tastiera”. Cioè, affrontando il presente, assumendosi ciascuno le proprie responsabilità, qui e ora, in questa realtà. Altro che “una vita in vacanza”!

Alessio Magoga

Sanremo, non solo canzonette...
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento