Friuli occidentale
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SACILE: presentazione del libro "Ciclonugae"

Martedì 16 luglio l'incontro con l'autore, Alberto Pavan, che propone nove itinerari alla scoperta del Friuli

SACILE: presentazione del libro "Ciclonugae"

Martedì 16 luglio alle 21 nel cortile della ex chiesa di San Gregorio, a Sacile, si terrà il terzo incontro della rassegna “Appuntamenti d’autore 2024”, dedicato alla letteratura di viaggio.

Alberto Pavan, docente di Latino e Greco presso un liceo classico trevigiano ed appassionato ciclista, presenterà la sua opera in due volumi "Ciclonugae": nove itinerari alla scoperta del Friuli, ispirati dalle pagine più intense e significative degli scrittori legati a quei luoghi.

Nugae in latino significa “inezia”: si riferisce alla leggerezza del viaggiare, che non è superficialità, e ad una scrittura che il lettore troverà senz’altro piacevole.

Suggerendo percorsi, da compiere in bici o con altri mezzi, Alberto Pavan si propone di condividere la gioia di una vita di scoperte e, nello stesso tempo, la necessità di esercitare uno sguardo critico su un paesaggio che muta rapidamente sotto i nostri occhi.

Uno degli itinerari, che si intitola Dai meandri della Livenza alle pietre bianche di Montereale, prende avvio da Sacile e si snoda lungo la pedemontana occidentale, toccando Caneva, Polcenigo, Castel d’Aviano, Malnisio.

«Da qualsiasi direzione si voglia raggiungere il centro di Sacile, occorre attraversare la Livenza che tra le sue curve sonnecchianti gli ha creato un nido sicuro e accogliente da cui guardare alle verdi pendici montane disseminate di villaggi, campanili e castelli. È il caso di prendere la bicicletta per mano e di accompagnarla così da offrire agli occhi la libertà di cedere alle lusinghe della corrente.

A Sacile la Livenza è una passamaneria decorata a meandro, bordata di salici piangenti che cadono nelle acque come un merletto...».

In questo itinerario il lettore troverà la compagnia di un Pasolini meno frequentato, di Gesualdo Bufalino e Giovanni Comisso, ma anche storie di borghi, ricchi di un incanto discreto, in cui pietre e frammenti di conversazione, intercettati in osteria, sollecitano a riflettere su una cultura contadina ormai affidata agli ultimi testimoni. La vicina Caneva è per i ciclisti una sorta di magnete, segna il confine tra la pianura e la montagna: è frequente incontrarli «a gruppi, a mitraglia, sotto il cielo di smalto», presenza che finisce per fondersi nel paesaggio, come aveva ben colto nella sua lirica il poeta Pier Luigi Cappello.

La circolarità degli itinerari favorisce una sensibilità nei confronti del paesaggio, che induce a farsene custodi. E il pedale che ritorna, ci fa osservare l’autore, presenta il conto, come fanno sempre il tempo e la natura.

Nell’incontro Alberto Pavan dialogherà con Stefania Miotto.

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