Apriti alla gioia!
La riflessione sulla Parola di Dio domenicale.
Domenica 24 dicembre - quarta di Avvento - anno B - quarta settimana del Salterio - colore liturgico viola 2Sam 7, 1-5. 8-12. 14. 16; Sal 88; Rm 16, 25-27; Lc 1, 26-38.
Canterò per sempre l’amore del Signore.
Ultima domenica prima di Natale. La liturgia ci fa puntare tutta la nostra attenzione su Maria di Nazareth e ci butta indietro di nove mesi. Un brano denso quello dell’Annunciazione, di una ricchezza sorprendente. Certo è piuttosto facile credere ad un Dio lontano, da accattivarsi con qualche preghiera, con qualche rito sacro. Piuttosto semplice dare la propria adesione ad un Dio distante, che non interferisce con le nostre scelte e si tiene alla larga dalle nostre vicende. Ma quando Dio si fa vicino, quando domanda di entrare nella nostra vita, quando fa irruzione nella nostra esistenza… allora le cose sono ben diverse. Ebbene, è proprio quello che è accaduto a Maria. Quel giorno è stato per lei un giorno decisivo. Da quel giorno nulla è stato più come prima. E sono cominciate subito, immediatamente, le difficoltà… Che cosa le ha proposto Dio? Le ha chiesto di diventare la madre del suo Figlio, di accettare un ruolo importante nella storia della salvezza. Senza, tuttavia, fornirle ulteriori chiarimenti. Senza dissipare l’oscurità del futuro. Senza metterla al riparo dai rischi di una scelta così decisiva. Dio l’ha semplicemente invitata a fidarsi di Lui, della sua presenza e del suo amore, dell’azione misteriosa del suo Spirito. Che cosa avremmo fatto noi al posto di Maria? Come avremmo risposto? Probabilmente ci saremmo trovati in grande imbarazzo. La prima parola dell’angelo a Maria “chaire” non è un semplice saluto, dentro vibra quella cosa buona e rara che tutti, in tutti i giorni, cerchiamo: la gioia: “rallegrati, gioisci, sii felice”. Non chiede: “prega, inginocchiati, fai questo o quello”. Ma semplicemente: “apriti alla gioia, come una porta si apre al sole. Dio si avvicina e ti stringe in un abbraccio, viene e porta una promessa di felicità”. La seconda parola svela il perché della gioia: “sei piena di grazia”. Un termine nuovo, mai risuonato prima nella Bibbia o nelle sinagoghe, letteralmente inaudito, che fa tremare Maria: “Dio si è chinato su di te, si è innamorato di te, si è dato a te, e tu trabocchi di Dio. Il tuo nome è: amata per sempre. Teneramente, liberamente, senza rimpianti amata”. E annuncia che Dio sceglie un grembo di donna, che entra nel nostro fiume di santi e peccatori, in questa corrente gravida di fango e pagliuzze d’oro; che si dirama per tutte le vene del mondo, fino agli ultimi rami della creazione. Si capisce che Maria resti senza parole e che risponda prima con il silenzio e poi con una domanda: come è possibile? Maria si è fidata di Dio, anche se era un Dio scomodo che portava sconquasso nell’esistenza – fin lì tranquilla – della “promessa sposa” di Giuseppe. Maria, dopo la prima domanda di chiarimento, si è abbandonata a Dio, al suo progetto, senza chiedere ulteriori spiegazioni. Le è bastata la sua parola perché Dio è fedele. La vocazione di Maria è la nostra stessa vocazione: chiamati tutti ad essere madri di Gesù, a renderlo vivo, presente, importante in queste strade, in queste case, nelle nostre relazioni. L’angelo Gabriele è ancora inviato ad ogni casa ad annunciare a ciascuno: “sii felice, anche tu sei amato per sempre, viene in te la Vita”.
Don Piergiorgio Sanson
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