Dio è comunione
La riflessione sulla Parola di Dio domenicale.
Domenica 11 giugno - Santissima Trinità - anno A - salmi propri - colore liturgico bianco Es 34, 4-6. 8-9; Dn 3, 52-56; 2Cor 13, 11-13; Gv 3, 16-18 A te la lode e la gloria nei secoli
Dopo aver ricevuto in pienezza, la scorsa domenica nella festa di Pentecoste, il dono dello Spirito Santo, la liturgia sapiente della Chiesa ci porta oggi a contemplare il mistero della SS. Trinità. La Trinità: Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo. Non tre dei, ma un unico Dio in tre Persone. Un dogma della fede che può sembrare lontano e non toccare la vita. Invece è rivelazione del segreto del vivere, della sapienza sulla vita, sulla morte, sull’amore e mi dice: in principio a tutto c’è il legame d’amore di queste tre Persone. Ogni liturgia si apre e si chiude sempre nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, e facendoci il segno di cro- D ce è come vestirci con il mistero trinitario, entrare in Lui, stare in Lui, respirare di Lui. Un solo Dio in tre persone: Dio non è in se stesso solitudine ma comunione, l’oceano della sua essenza vibra di un infinito movimento d’amore, reciprocità, scambio, incontro. La solitudine per il cristiano non esiste! San Paolo oggi può con ragione augurare che la Trinità “sia con tutti…”.
Un augurio, il suo, che nasce dall’esperienza personale di uomo in totale comunione con il Padre che lo ha creato, con il Figlio che lo ha redento dal peccato e con lo Spirito Santo che gli ha dato “fuoco” al cuore fino a farlo diventare “apostolo delle genti”. Ma allora, se Dio- Trinità è dentro di me, come in san Paolo, che senso ha essere triste, angosciato, impaurito? Se Dio è con me, chi può essere contro di me? Davanti a tutti i “piagnoni” sta la parola di Dio che rivela Dio “misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà”. Così anche Gesù conferma a Nicodemo di essere venuto nel mondo perché “chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” giacché si è incarnato non “per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui”.
L’uomo di fede è sempre con il cuore in festa. Santa Elisabetta della Trinità aveva ragione a dire di essere felicissima “a stare con i suoi Tre”. Illuminati dallo Spirito Santo, lasciamoci convertire al Dio Trinitario, al Dio dell’Amore che Gesù ci ha rivelato. Dio non è un nobile solitario e schizzinoso o un vecchio orso burbero chiuso nella sua onnipotenza. Il Dio Trinità è amore, festa, incontro, relazione, amicizia, comunione, famiglia, danza… Che bellezza! Che gioia poter credere e sperare in un Dio così! “Non vivere con la testa fra le nuvole” si è soliti dire, a modo di rimprovero, alle persone distratte! Ebbene il cristiano non è un “distratto”, ma un “attratto”: vive tra gli uomini, ma in funzione del cielo, perché sa che un giorno non solo la testa, ma tutto il corpo, redento, salvato dal sangue di Gesù Cristo, “vivrà tra le nuvole”. Il cielo sarà la nostra casa. A che punto siamo nel nostro cammino con il Padre, con il Figlio, con lo Spirito Santo? Prima di rispondere facciamo un bel respiro e invochiamo lo Spirito Santo, perché ci aiuti a scavarci nel cuore e a dirci la verità.
Don Piergiorgio Sanson
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