Massi rotolati
La riflessione sulla Parola di Dio domenicale.
Tutti i racconti della risurrezione dicono che le donne, le prime ad andare alla tomba di Gesù, furono prese dalla paura. Il motivo fu quel sepolcro vuoto che si aggiungeva al vuoto incolmabile della morte di Gesù. Ma poi capirono: quel sepolcro vuoto era il primo segno dell’inconcepibile fatto: Gesù è vivo. Questa è la grande sorpresa. La fede cristiana non fa altro che annunciare questo fatto che i primi discepoli hanno potuto constatare in vario modo, ma che nello stesso tempo richiedeva fede anche a loro, perché apriva varchi che andavano ben oltre ai fatti che normalmente si percepiscono. Tanto più la fede è richiesta a noi. Ma se superiamo il pregiudizio che accetta solo ciò che vede e assecondiamo la spinta che ci sospinge oltre, se cerchiamo e preT ghiamo, allora anche per noi può accendersi la luce della fede. La fede nella risurrezione di Gesù cambia tutto. Papa Francesco inizia quella specie di lunga lettera che ha scritto ai giovani del mondo, con queste parole: “Cristo vive”. Non è solo una bella figura del passato da ammirare, ma una presenza viva che ci dà la forza di trasformare la vita secondo la sua. È questa la caratteristica della fede: disponibilità a cambiare la vita, altrimenti è niente. La sua è una vita che per molti aspetti contrasta la vita presente. Oggi viviamo in un clima di depressione generale. Si sono spenti gli ardori progressisti del passato. Oggi serpeggia nella società una rabbia per tutti i desideri di benessere non realizzati e nello stesso tempo una paura che venga rubato anche quello che si è conquistato finora. Il risultato è un ripiegamento su se stessi e un atteggiamento di difesa verso minacce incombenti da ogni parte. Non c’è apertura al futuro, meglio stare con le sicurezze del passato. La risurrezione porta a reagire in senso contrario a questo ripiegamento. Va bene il collegamento con il passato e con quelle realtà che si sono confermate solide, ma la vita deve andare avanti e conquistare altre quote. La risurrezione di Gesù spalanca futuro. Cancella ciò che il cuore di quei primi discepoli mormorava: “È finita. Non c’è più niente da fare”. E invece no, ora incomincia il bello, dai confini sterminati. C’è un “Lassù” sicuro e aperto per noi, come dice Paolo, che dobbiamo tenere sempre vivo nel nostro cuore. Ma ci sono continue novità anche “Quaggiù” da accogliere. Non che per un credente proceda tutto per il meglio. La vita resta per tutti una lotta rischiosa. Non tutte le sorprese sono doni o grazie, spesso sono disgrazie. Eppure anche queste, per chi le affronta con la forza del Risorto, possono nascondere motivi di vita nuova. Per prima cosa, però, dobbiamo eliminare quei massi che abbiamo fatto rotolare attorno alla nostra vita per paura. Il primo masso da togliere con la forza del Risorto è la chiusura in se stessi per paura dell’altro. A volte l’incontro con l’altro può essere pericoloso, ma chi è risorto con Cristo riceve da lui anche la sapienza per discernere i modi giusti dell’accoglienza, come anche la sapienza per dissipare le ambiguità del nuovo e trovare in esso la vena della vita. “Se egli vive – scrive ai giovani papa Francesco – allora possiamo smettere di lamentarci e guardare avanti, perché con lui si può sempre guardare avanti. Questa è la sicurezza che abbiamo” (n. 127).
Don Gianpietro Moret
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