REVINE: 300 mila rospi salvati in vent’anni
Ma ora i volontari scarseggiano
Nella zona dei laghi di Revine nell’ultimo quinquennio si registra una riduzione dei flussi migratori degli anfibi (in pratica quasi dimezzati, da circa ventimila esemplari a circa diecimila) con una tendenza inversa nelle due zone dei laghi: su Revine c’è una significativa riduzione, non sufficientemente compensata da un costante aumento nel tratto di Colmaggiore. E desta fortissima preoccupazione il tracollo della migrazione nella zona di Soller: dai quasi diecimila esemplari del 2006 ai nemmeno mille del 2022.
I dati sono forniti dai volontari che ogni anno, da metà febbraio a metà marzo, dal tramonto per un paio d’ore si dedicano al salvataggio degli anfibi (soprattutto rospi comuni, come Bufo bufo), raccogliendoli prima che raggiungano la strada per poi riporli in un secchio e liberarli sul lato opposto della strada.
«Nel giro di qualche anno assisteremo all’estinzione del fenomeno migratorio nell’intera area - osservano i volontari - e notiamo come, nel corso degli ultimi anni, la Vallata si sia progressivamente trasformata, da prati estesi ricchi di biodiversità a una distesa di vigneti i cui periodici trattamenti chimici, a nostro avviso, sono la causa della riduzione degli anfibi e relativa catena alimentare».
Il salvataggio degli anfibi è iniziato nel lontano 2003 e, nella zona attorno ai laghi di Revine, si sono salvati oltre 300mila esemplari. Ma ora i volontari sono pochi e quasi tutti non residenti nella zona dei laghi. Inoltre non sono in programma interventi infrastrutturali per consentire la migrazione in sicurezza degli anfibi e neppure l’installazione di specifica segnaletica stradale.
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