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2021: l'Italia che rinasce vince in bellezza

La riflessione di inizio anno di Marco Zabotti, direttore scientifico dell'Istituto Beato Toniolo

2021: l'Italia che rinasce vince in bellezza

A Parma si apre l’anno della Capitale italiana della Cultura 2021, dopo che questo ruolo era già stato ricoperto dalla città emiliana nel 2020. A Firenze cominciano le celebrazioni ufficiali per i 700 anni dalla morte del grande poeta Dante Alighieri, dopo quelle dedicate a Leonardo da Vinci e a Raffaello in anni recenti. E non si sono ancora spenti gli echi della scoperta archeologica a Pompei - comunicata a fine dicembre 2020 - di una bottega di “street food” intatta con decorazioni pittoriche in ottimo stato di conservazione, e inoltre frammenti di cibo, recipienti e iscrizioni. Più a sud, a Cosenza, sempre pochi giorni fa, è nato il Centro di alta competenza “Connessioni”, grazie alla sigla di un protocollo di intesa tra la Biblioteca Nazionale di Cosenza e la Fondazione Culturale Paolo di Tarso: Connessioni svolgerà il ruolo di ponte digitale tra nuove generazioni e biblioteca nel suo ruolo di aggregatore sociale, con innovazioni tecnologiche in grado di rendere fruibile il patrimonio dei beni culturali in rete. Nella stessa città calabrese, alla fine dell’anno scorso, è ancora la Fondazione Paolo di Tarso tra i promotori dell’evento per il decennale della proclamazione della Dieta Mediterranea a Patrimonio Unesco. Tutto questo mentre nel medesimo periodo, molti chilometri a nord, a Pieve di Soligo (Treviso), nel cuore del territorio Unesco delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene muoveva i suoi primi passi ufficiali il Distretto del cibo della Marca Trevigiana, promosso dal locale Gal, nuova realtà compresa tra i punti di forza del dossier di candidatura di Pieve di Soligo e Terre Alte della Marca Trevigiana a Capitale italiana della cultura 2022, scelto tra i primi dieci e pronto alla finalissima del 14 e 15 gennaio a Roma.

 All’inizio di questo nuovo anno 2021, dunque, che cosa unisce realmente queste diverse iniziative, celebrazioni, attività e progettualità diffuse in vari luoghi del territorio nazionale? Il primato della bellezza, nell’Italia che rappresenta il giacimento culturale più ricco al mondo, la rappresentazione più eloquente della tradizione perenne della letteratura, dell’arte, della musica, dello stile e del gusto, l’espressione straordinaria della creatività, dell’armonia e della genialità che provengono dai talenti e dai sentimenti più nobili dell’animo umano. L’Italia, infatti, non può che rinascere da qui, ritrovando le radici spirituali di una “mission” che le è stata affidata nella notte dei tempi, di una vocazione naturale alla sostanza e all’immagine del bello che sono nel suo dna, nella sua storia, nel lascito attualissimo del suo contributo unico al destino dell’umanità. Il genio italiano è sparso ovunque. Non ci sono infatti periferie in Italia per quanto riguarda la cultura. La bellezza è in ogni luogo, a cominciare dall’amenità dei paesaggi naturali, dallo splendore degli insediamenti umani e dalle realizzazioni delle genti locali che hanno intessuto lodi a Dio con lo splendore di chiese, architetture e monumenti a partire dagli albori della civiltà cristiana. Oggi è l’occasione unica, decisiva, irripetibile. Mentre si lotta insieme per vincere definitivamente la sfida del covid che ha cambiato le nostre vite, la crisi che si è aperta ci invita a cambiare passo, a guardare in alto, a riscoprire il mondo nuovo, dentro e fuori di noi. Ciò che ha veramente senso, valore, priorità. Dopo l’oscurità che ci ha avvolto per lunghi mesi, nel nuovo anno di luce che vogliamo per tutti non possiamo ripetere le scelte sbagliate, gli errori compiuti, gli investimenti miopi, le dissipazioni evidenti, le omissioni colpevoli.

La cultura e la bellezza non possono essere ancora cenerentole e residuali nel Paese che ne annovera le testimonianze e le espressioni più numerose ed eloquenti al mondo. Occorre mettere in campo idee, energie, competenze e risorse con determinazione convinta e diffusa: da questi settori, adeguatamente valorizzati e collocati doverosamente in cima alle priorità dell’agenda nazionale, possono derivare un “sentiment” qualificato di memoria, identità e visione, manutenzione e restauro, recupero funzionale e valorizzazione dei beni, promozione di personalità illustri e di eventi, per un efficace ritorno in termini di cultura, educazione civica, socialità e convivialità, utilizzo delle tecnologie digitali e di nuove sperimentazioni di ricerca e applicate, equilibrio ambientale e sostenibilità ecologica, “new economy” centrata su un turismo di qualità entro i patrii confini, autentico, esperienziale, emozionale e slow.

Si rinasce in una dinamica nazionale, si rinasce dai territori: lo dimostrano chiaramente le tante esperienze collegabili in rete appena citate, al Nord, al Centro e al Sud, dove non mancano le idee, i progetti e le realizzazioni concrete di qualità. Invece, difettano spesso a livello centrale la visione d’insieme, la volontà politica coerente, la capacità di assumere veramente le eccellenze d’Italia come straordinario biglietto da visita del nostro Paese. Proprio questi sono i settori fondamentali per il rilancio del “made in Italy” ammirato e apprezzato in tutto il mondo, con benefici effetti dal punto di vista economico, nei quali devono finalmente diventare protagoniste le giovani generazioni che garantiscono la freschezza del talento, la qualità della preparazione e le capacità innovative nelle arti e nei mestieri del terzo millennio. Occorre lavorare, intraprendere, investire e cooperare anche e soprattutto in questo momento di difficoltà evidente, per poter essere comunque pronti e attrezzati alla sfida planetaria nella nuova fase che andrà ad aprirsi nell’era post covid. Perché le cose antiche, preziose e di valore della storia e dell’umanità geniale del nostro Paese sono le cose nuove autentiche per la rinascita dell’Italia, al tempo dell’anno 2021.

Marco Zabotti - direttore scientifico Istituto Beato Toniolo

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