Acli. Primo maggio: la forza (del) lavoro
Il Presidente provinciale Acli, Andrea Citron: "Europa, equità ed economia civile sono argomenti su cui ragionare per produrre cambiamenti ineludibili al mondo del lavoro"
"Il lavoro è certamente una delle vittime più gravi della crisi, ma nel contempo deve essere riscoperto come quella forza fatta di competenze, esperienze, valori, creatività, da cui ripartire per uno sviluppo civile ed economico in cui cresca la qualità della società, dell’economia e della politica.
Alcune sfide mi sembrano prioritarie e collegate tra loro: Europa, equità e l’interrogativo su quale economia è sostenibile ed indice di sviluppo futuro.
L’Europa, come unione di Stati, è importante non solo per ridurre lo spred civile e politico che abbiamo verso Paesi dove non si perdono 180 miliardi l’anno in evasione e corruzione, o dove, come in Germania, sindacati e imprese concertano (eccome) per difendere occupazione e rinnovare il sistema produttivo, o dove, come in Francia, i costi della cura familiare sono sostenuti da una forte rete pubblica cofinanziata da migliaia di aziende, grazie ad una intelligente detassazione. L’Europa è soprattutto il ponte verso una globalizzazione dal volto umano, in cui una autorità internazionale – oggi assente – sia capace di porre regole e sanzioni alla finanza speculativa e ad una economia ancora giocata sulla violazione dei diritti.
L’equità è la seconda sfida che richiede molte cose: la necessità di detassare i lavoratori per ridare fiato a tutti; un welfare oggi orfano delle risorse per le politiche sociali, tutele e ammortizzatori troppo miseri; le forti diseguaglianze economiche globali e locali. In questa prospettiva è evidente che la prima grande questione sociale resta la qualità del lavoro e la forza del lavoro, soprattutto per dare spazio a chi, come i giovani, le donne e gli stranieri, è più ostacolato.
L’economia civile, per terzo, è il nostro riferimento. Dobbiamo dire come possiamo rilanciare una politica industriale italiana ed europea individuando su quali settori scommettere e in quale modo, con quali riconversioni, per esempio in tema di mobilità sostenibile. Serve pensare e tenere insieme servizi, cominciando dalle potenzialità dei servizi alla persona, e industria, aziende e territorio; saldare la creatività e la vivacità che ancora esiste nei territori con l’urgenza di fare sistema; realizzare misure immediate; ma soprattutto riconciliarsi con la parte migliore di noi e con quanto ancora possiamo diventare.
Con questa riflessione le Acli, a partire dal primo maggio, avviano una campagna di azione sociale: “La forza (del) lavoro per sconfiggere povertà e disuguaglianze”. Diverse saranno le iniziative nei nostri circoli soprattutto con una chiara proposta per il futuro che mette a tema la qualità dell’economia, del lavoro, della vita e delle istituzioni. Tra i punti principali voglio segnalare: il piano per l’occupazione giovanile, il contrasto alla dispersione scolastica e il rilancio della formazione professionale, il reddito di inclusione sociale, una politica industriale di ricerca, innovazione, reti di impresa per rilanciare alcuni comparti strategici della nostra economia, il rilancio di politiche sociali e la possibilità di far detrarre alle famiglie con redditi medio-bassi il costo di chi assiste un anziano, una persona disabili o un bambino per far emergere e creare lavoro sociale.
Da ultimo, vogliamo lanciare un forte segnale contro la decisione di tenere aperti i negozi durante i giorni di festa, ribadendo che la dignità del lavoro si sposa, necessariamente e per fortuna, con uno sviluppo sobrio, intendendo per sobrietà la capacità di tornare alla cura del senso e della consistenza delle cose."
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