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GIORNALISMO: è morto Beppe Del Colle

Storico editorialista di Famiglia Cristiana

GIORNALISMO: è morto Beppe Del Colle

È morto nella notte del 10 dicembre Beppe Del Colle, 89 anni, torinese, giornalista di primo piano per decenni nel dibattito politico, sociale ed ecclesiale italiano. Era stato colpito da Covid-19. Molte le testate che lo videro impegnato nella sua lunga carriera, particolarmente quelle del mondo cattolico: fu vicedirettore e notista politico di “Famiglia Cristiana”, collaboratore di “Avvenire”, direttore del settimanale “il nostro tempo”, edito dalla diocesi di Torino, oggi confluito nella nuova testata “La Voce e Il Tempo”.

Beppe Del Colle nasce a Torino il 31 ottobre 1931, figlio di due sarti; si forma a «Il Popolo Nuovo», di ispirazione cristiana-democristiana, che ha direttori (Gioacchino Quarello, Rodolfo Arata, Giovanni Re, Carlo Trabucco) di prim’ordine e redattori di qualità, grandi nel giornalismo, nella politica, nel sindacato, nella vita: Domenico Agasso senior; mons.  Carlo Chiavazza; lo scrittore Giorgio Calcagno; Carlo Casalegno, docente per un anno al classico «Natale Palli» di Casale, uomo della Resistenza, vicedirettore de «La Stampa» e inflessibile difensore della democrazia e per questo assassinato dalle Brigate Rosse nel 1977; Carlo Donat-Cattin, futuro ministro e uomo di punta della Democrazia cristiana; Anna Rosa Gallesio Girola, insigne donna della Resistenza e del giornalismo. Del Colle comincia dallo sport, pugilato e calcio. E allarga i suoi interessi alla cronaca e alla politica. Quando Amintore Fanfani, segretario Dc, chiude «Il Popolo Nuovo», Del Colle passa a «Gazzetta del Popolo», poi «Stampa Sera» e «La Stampa».

Nel 1970 don Giuseppe Zilli, grande direttore di «Famiglia cristiana» lo chiama come caporedattore: rimane fino alla pensione come vicedirettore, e continua come editorialista. I suoi scritti permettono di leggere e di comprendere società e politica italiana, in rapida evoluzione, sempre attento a collegare le situazioni socio-politiche e gli eventi nazionali e internazionali ai valori del Cristianesimo e della democrazia, nella quale gioca un ruolo essenziale la Democrazia cristiana. Sono decenni cruciali per l’Italia: contestazione; crisi economica; anni di piombo; tangentopoli; tramonto della Dc e degli altri partiti, dai comunisti ai liberali, dai socialisti ai repubblicani; centrodestra berlusconiano-leghista; centrosinistra ulivista di Romano Prodi. «Famiglia cristiana», poi diretto da don Leonardo Zega, è il giornale più diffuso d’Italia per molti anni con un milione e mezzo di copie, testata autorevole e popolare, con un preciso radicamento nella vita della Chiesa e nella visione cristiana del mondo maturata dal Concilio Vaticano II (1962-65).

Al cuore della formazione di Del Colle c’è anche «il nostro tempo», settimanale cattolico di cultura fondato a Torino nel 1946 da don Carlo Chiavazza e da un gruppo di laici intraprendenti, sostenuti da don Giuseppe Garneri, direttore di Torino-Chiese, poi vescovo di Sua. Don Chiavazza arriva dalla tremenda esperienza della sciagurata avventura fascista in Russia e dall’impegno diretto nella Resistenza a Racconigi come «Pier l’Eremita»: «Diressi la resistenza contro i tedeschi». Quel settimanale è per decenni laboratorio di idee e palestra di formazione, cultura, approfondimento con firme prestigiose di tutta Italia dalla letteratura all’arte, dal giornalismo politico alla teologia.

Don Chiavazza, come don Franco Peradotto, è – per Del Colle e per molti giornalisti, intellettuali e politici – un maestro di vita, di fede, di professione. Alla morte di mons. Chiavazza nel 1981 il cardinale Anastasio Alberto Ballestrero chiama alla direzione de «il nostro tempo» il grande giornalista carmagnolese Domenico Agasso – oggi ultracentenario «patriarca» del giornalismo cattolico – al quale nel 1990 subentra Del Colle con a fianco, come condirettore, la giornalista e scrittrice Mariapia Bonanate. Condividono l’esperienza del settimanale fino alla fusione nel 2016 con il giornale diocesano «La Voce del Popolo» in «La Voce e il Tempo».

Fra il 1982 e il 2002 collabora ad «Avvenire» come editorialista anche di politica estera. Uno dei suoi lavori più importanti è (Edizioni Paoline, 1988) «Olga e Gorbaciov. 100 anni di Cristianesimo in Russia» frutto dei suoi viaggi e delle sue inchieste sul crepuscolo dell’Unione Sovietica e sui grandi nodi della storia europea. Dal 1990 e per circa 25 anni firma gli editoriali su «Famiglia Cristiana».

Del Colle è un protagonista e interprete del Cattolicesimo democratico, negli anni del declino democristiano e della cosiddetta «seconda Repubblica». Sposato con due figli, credente innamorato di Cristo, professionista dalla schiena dritta, giornalista di razza, appassionato della storia, segue gli eventi della politica e della Chiesa italiana – come i convegni ecclesiali nazionali «Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini» (Loreto, 1985) e «Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia» (Palermo, 1995). Interviene in dibattiti, tribune elettorali e programmi televisivi.

Raccontando alla 36ª Settimana di orientamento pastorale del COP «La parrocchia italiana e le prospettive del Paese» (Assisi, 1983) l’esperienza della «generazione fra le due guerre, che ha assistito ai profondi rivolgimenti, che ha scoperto la ricchezza sparsa a piene mani dal Concilio» confessa che «grazie ai maestri che abbiamo avuto, abbiamo capito che la fede era qualcosa di più della Messa domenicale e delle opere parrocchiali».

È morto il 10 dicembre 2020 a Torino. L’arcivescovo Cesare Nosiglia ricorda: «L’ho conosciuto e apprezzato molto. La sua scomparsa è un lutto che colpisce la sua famiglia, la Chiesa torinese e il mondo cattolico italiano».

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