VESCOVO: solo chi si sente amato da Gesù può comprendere la sua risurrezione
Così nell'omelia del giorno di Pasqua
Solo chi si riconosce amato dal Signore Gesù e si accoglie come tale, può giungere a comprendere e a credere alla sua risurrezione. È questo il messaggio che il vescovo Corrado ha voluto condividere nell'omelia del giorno di Pasqua. Il suo commento ha preso le mosse dalla scena narrata dal vangelo: "Tutti e tre videro: vide Maria di Magdala, vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro; vide Simon Pietro il quale osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte; vide l’altro discepolo, quello che Gesù amava. Tutti e tre videro anche se è doveroso osservare che c’era ben poco da vedere: una pietra che non era più ai suo posto, ma era stata tolta dall’imboccatura del sepolcro; l’assenza del corpo di Gesù; i teli e il sudario non buttati per terra, ma posati e avvolti con ordine. Il primo segno è così umile da far quasi rabbia: non un’apparizione gloriosa, ma un sepolcro vuoto nel fresco dell’alba. È poco e non è facile da capire". "Tutto - ha proseguito il Vescovo - sta in piedi quasi con niente. Un vuoto che il racconto, nemmeno per ragioni propagandistiche, non cerca mai di colmare, ma mantiene nella sua nudità di fatto, un’assenza piena di indizi. Tutti e tre videro questi umili segni, ma solo del terzo discepolo - quello che Gesù amava - è detto che credette: e vide e credette. Tutti sono concordi nel dire che il discepolo che Gesù amava sia proprio l’evangelista Giovanni, colui che scrive questo racconto. Eppure in tutto il Vangelo non cambia mai questa definizione: il discepolo che Gesù amava. Perché? Probabilmente per dirci due cose: anzitutto che l’identità che egli ormai aveva assunto era definitivamente questa: non più Giovanni o il figlio di Zebedeo o il fratello di Giacomo: no egli è ormai per sempre il discepolo amato da Gesù. Ma probabilmente c’è anche un secondo messaggio che l’evangelista Giovanni vuole comunicarci non dando mai il nome a questo discepolo che Gesù amava: in quel discepolo egli vede tutti i discepoli… i discepoli di tutti tempi, perché ogni discepolo di Gesù è un discepolo amato da lui. E – alla luce di questo - può allora emergere anche il messaggio che ci viene da quei tre: videro tutti, ma non tutti credettero. E il messaggio, a mio avviso, è il seguente: solo chi si riconosce amato dal Signore Gesù e si accoglie come tale, può giungere a comprendere e a credere alla sua risurrezione. Certo, puoi anche amare come Maria. Puoi anche essere importante più degli altri come Pietro che viene rispettato nella sua dignità di capo degli apostoli: viene fatto entrare per primo nel sepolcro anche se è arrivato più tardi. Ma se non scatta nel tuo cuore quest’esperienza del sentirti preceduto dall’amore di Gesù, anticipato del suo amore, difficilmente tu crederai alla sua risurrezione. Sia Maria che Pietro fanno affidamento anzitutto e soprattutto sulle proprie risorse: Maria sul suo amore verso Gesù, Pietro sull’autorità che Gesù gli ha dato. Ambedue giungono a prendere atto di un’assenza e di un enigma (quello del lenzuolo piegato), ma non riescono ad andare oltre. Le risorse umane, anche quelle dell’amore, non potranno mai giungere a formulare l’espressione della fede: Gesù è risorto… Gesù è vivo, per sempre. Al massimo giungeranno formulare l’ipotesi del furto («Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!»), oppure quella di una misteriosa sparizione che lascia senza parole, come capita a Pietro. Solo se tu riconosci di essere amato da Gesù, solo se tu fai riferimento a questo amore per capire chi sei e per ripensare e formulare la tua identità, solo in questo caso riuscirai a credere alla parola con Gesù aveva preannunziato la sua risurrezione".
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